sabato 12 novembre 2016

Bruno Baldrocco, 1921-1945

Baldrocco Bruno di Girolamo, Treviso, 1921
Caporale - 4° Rgt. Artiglieria
Partigiano Combattente - Brg. Zancanaro
Caduto il 20 aprile 1945, a Pezzan d'Istrana
Fucilato dalle bb.nn. dopo essere stato catturato e sottoposto a torture alle quali resisteva senza tradire
Impiegato - 3° avv. professionale        (Elio Fregonese, 1997)



Ulteriori informazioni tratte dal foglio matricolare
Baldrocco Bruno, classe di leva 1921, matricola 22843, Distretto di Treviso.
Alla visita di leva (3 giugno 1940): residente a Treviso, vicolo Tezzone, n. 3.
Figlio di Girolamo e [Bolzanella] Onorina; nato il 23 luglio 1921 a Treviso.
Statura: m. 1,72 - torace m. 0,90.
Arte o professione: impiegato - Titolo di studio: 3° Commerciale Inferiore.
4 gennaio 1941 Chiamato alle armi e giunto il 5 gennaio al 4° Rgt. artiglieria [illeggibile].
6 aprile 1941 Giunto in territorio dichiarato in istato di guerra (circ. 302 GM 1941).
20 maggio 1942 Ricoverato all’ospedale militare da Campo n. 134 e dimesso il 25 maggio 1942.
1 maggio 1942 Artigliere scelto.
1 giugno 1942 Caporale.
4 luglio 1942 Trattenuto alle armi a senso della disp. N. 340 dispensa 28 F.O 1942 [...]
2 agosto 1942 Liquidato premio in denaro in luogo di giorni 15 di licenza non fruita nel periodo dal 11. 6.41 al 11. 6. 42 premio ammontante a lire 258.
2 aprile 1944 «Iscritto nel ruolo 71 B della forza in congedo di Art. Div. Fanteria del Distretto Militare di Treviso».
A matita  - colonna sinistra: "Gruppi someggiati".

Nessun cenno alla sua attività partigiana. Solo - a fine testo scritto - una croce con matita rossa a indicarne la morte.


Cattura e morte di Bruno Baldrocco e Angelo Favarin 
(Maistrello, XX Brigata Nera... , pp. 182-183)

«Il 19 aprile le Brigate Nere arrestarono Rino Contò, classe 1916, patriota di Paese, e, dopo averlo sottoposto agli usuali interrogatori, il mattino seguente lo fecero salire su un camion assieme a 'Lince', al tenente Giorgio Maggiordomo e al maresciallo Zaghet, ingiungendogli di indicare le case dei 'ribelli' di Pezzan d'Istrana. Contò, fingendo incertezza, costrinse l'automezzo a passare e ripassare davanti alle abitazioni del paese, in modo che i suoi amici potessero notare l'andirivieni sospetto e mettersi in salvo.
Nel corso dell'operazione i militi catturarono Bruno Baldrocco, classe 1921, di Treviso, appartenente alla Brigata 'Zancanaro', estorcendogli l'informazione relativa alla presenza di armi presso la casa di Angelo Favarin, classe 1924, di Istrana, aggregato alla Brigata partigiana 'Treviso'. Poiché la perquisizione non diede alcun esito, i fascisti costrinsero la signora Favarin a far venire il figlio - occupato nel lavoro dei campi - che, consegnate le armi di cui era in possesso, dovette seguirli.
Dopo un breve tragitto a bordo dell'automezzo, Baldrocco e Favarin furono obbligati a scendere e, spinti da 'Lince' e Maggiordomo, dovettero inoltrarsi in aperta campagna. A Contò, che stava per andare con i compagni, il maresciallo Zaghet disse: "Tu resta, perché per te questa fine è troppo bella!".
Fatti pochi passi, Baldrocco e Favarin furono uccisi a colpi di mitra.
Il camion, carico di Brigate Nere che a squarciagola cantavano 'La bella Violetta', ripartì senza indugio.
Contò fu portato alla 'caserma' di Monigo e sottoposto a molti maltrattamenti e torture prima d'essere trasferito al Pio X, in attesa di essere impiccato. Fu salvato dall'ingresso dei partigiani a Treviso».

* * *

Baldrocco Bruno - Favarin Angelo -  
I partigiani Bruno Baldrocco e Angelo Favarin,
- battaglione "Zancanaro" della brigata Gustavo Badini (a direzione democristiana) -
furono uccisi il 20 aprile 1945 dalle brigate nere nei campi fra Pezzan e Istrana
in un luogo ora occupato dall'aeroporto militare di Istrana.

«Bruno Baldrocco, sfollato da Treviso con la famiglia a Sala d'Istrana, operava lungo la linea ferroviaria e la statale Postumia con azioni di disturbo e sabotaggio. [...] 
20 aprile 1945 [...] i partigiani Bruno Baldrocco e Angelo Favarin, strappati alle loro abitazioni dalle brigate nere assieme ad altri giovani poi rilasciati (Narciso, Silvano e Ampelio Pizzolato e Angelo Dorigon) con la complicità di una "soffiata", furono ferocemente uccisi all'altezza dello "svolto" di Pezzan, località ora cancellata dall'aeroporto».
(Riccardo Masini, "Istrana, paese mio...", pp. 248-249).

Per il diario storico della brigata Badini, cui apparteneva il btg. Zancanaro, la cattura di Baldrocco e Favarin non fu dovuta a una soffiata ma fu la conseguenza della precedente cattura del «Patriota Pietro Galante di Treviso [cui] furono rinvenuti indosso documenti relativi all'organizzazione di quel Battaglione provocando arresti di tutti i suoi maggiori esponenti e fra i quali, oltre al Commissario di Brigata Rino Contò vennero pure arrestati i patrioti Baldrocco e Favarin che furono subito fucilati dalle Brigate Nere».
(CASREC - Centro di Ateneo per la Storia della Resistenza e dell'Età Contemporanea, fondo IVSR, file 8_9_1.003)

La sentenza contro gli uccisori di Baldrocco e Favarin


Il 17 dicembre 1946, con sentenza n. 125, la Corte d’Assise di Udine, Sezione Speciale, individuerà nel solo tenente della GNR di Treviso Giorgio Maggiordomo, latitante, il responsabile dell’uccisione di Baldrocco e Favarin, condannandolo all’ergastolo. Tale pena verrà subito ridotta a 30 anni, poi a 10 anni finché il 17.9.1966 in virtù del D.P. 4/6/1963 n. 332, il tribunale di Udine dichiarerà estinti i reati e cessata l’esecuzione della relativa pena.
Di fatto, Giorgio Maggiordomo, che nel testo della sentenza viene «descritto come uno dei più ignoranti e bestiali esecutori di ordini e feroce seviziatore», non farà  neppure un giorno di prigione.
(Sentenza n. 125 del 17.12.1946, Istresco - Sentenze online, pp. 513-521)




* * *

Atto di morte di Bruno Baldrocco


Bruno Baldrocco, razza ariana, anni 23, partigiano ucciso dalle brigate nere di Treviso. - 
 Atto di morte del partigiano Bruno Baldrocco, ucciso a Istrana  il 20 aprile 1945.

Trascrizione

«L'anno millenovecentoquarantacinque addì ventuno del mese di Aprile alle ore nove e minuti venti nella Casa Comunale.
Avanti di me Stella Mario applicato ed Ufficiale dello stato civile del Comune di Istrana per delegazione avuta, sono comparsi Serrajotto Giovanni fu Osvaldo di anni cinquantadue, contadino, residente in Sala d'Istrana e Zanatta Giacomo fu Antonio, d'anni cinquantotto, contadino, residente in Sala di Istrana i quali alla presenza dei testimoni Foresto Giuseppe di fu Francesco di anni cinquantasette contadino residente in Istrana e Rizzardo Giuseppe di fu Giosuè di anni sessantasette contadino residente in Istrana mi hanno dichiarato quanto segue:
Il giorno venti del mese di Aprile dell'anno millenovecentoquarantacinque alle ore undici e minuti nessuno, in seguito a ferita d'arma da fuoco in località Longher *
è morto Baldrocco Bruno dell'età di anni ventitrè, di razza ariana, residente in Treviso, impiegato, che era nato a Treviso da Girolamo, commerciante residente in Treviso e da Bolzanella Onorina, casalinga, residente in Treviso e che era celibe[...]».

* Ringrazio Lorenzo De Lazzari, ufficiale di Stato Civile del Comune di Istrana, per aver individuato la corretta lettura di questo antico toponimo scomparso. La località è attualmente conglobata nell'aeroporto militare.


La cronaca del parroco di Sala d'Istrana


Brigate nere: "uomini rotti ad ogni vizio"... - dalla cronaca del parroco di Sala d'Istrana TV - 
L'uccisione di Bruno Baldrocco e Angelo Favarin nel racconto di
don Giovanni Gattoli, parroco di Sala d'Istrana [detta anche Sala di Campagna].

(Cronistorie di guerra ... 1939-1945..., pp. 721-723, a c. di Erika Lorenzon - da DVD allegato)

«In questo nervosismo di cose passata la Pasqua (1° Aprile), venne per noi l'infausta giornata del 20 Aprile 1945.

Alle ore 8.30 di quel giorno un camion di Brigate Nere (uomini rotti a ogni vizio, colpevoli di delitti e venduti alla traballante repubblica del Duce,) si presentarono in casa Pedron in cerca di Bruno Baldrocco, segnalato come Partigiano e detentore di armi.
Fu preso e messo nel camione delle Brigate Nere mentre cercarono subito nella casa poco discosta il ventenne Favarin Angelo di Giovanni, coinvolto con lui. Misero sossopra la casa Favarin, asportandovi denaro, vestiti, biancheria e salumi, con minaccia di incendiare l'abitazione se non fosse comparso il ricercato, che era al lavoro dei campi con altri componenti la famiglia.
L'arrivo delle Brigate Nere portò il terrore in paese. Tutti fuggivano specialmente i giovani, fatti segno a bersaglio di fitte sparatorie.
Anche il Favarin Angelo, attraverso i campi s'era dileguato nei confini di Falzè, ma sotto la minaccia di danni maggiori, il padre stesso persuase il giovane a presentarsi. Non l'avesse mai fatto!
Trattato in modo inumano con altri considerati sospetti, furono condotti fino al camion, che sostava sulla strada presso le famiglie Tosello e Berlese.
Trattenuti solo i due ritenuti colpevoli: il Baldrocco e il Favarin, lasciarono gli altri. Ai pianti e strazi delle madri e dei parenti, si rispose che dovevano condurli a Treviso per essere esaminati e, se innocenti, rilasciati subito.
A Pezzan, vicino al mulino dei fratelli Michieletto, fecero sosta un'ora in cerca d'altro iniziato: Cavallin Florindo fu Valerio, Partigiano e detentore di armi, che nel frattempo si era squagliato.
Proseguendo la strada comunale nel territorio della Parrocchia di Istrana, prima del paese, in una stradicciola interna a destra, segnata attualmente da un monumentino, circa le ore 11.15 i due furono fatti smontare e uccisi proditoriamente con alcuni colpi di rivoltella alla nuca. Il Parroco di Pezzan, subito accorso per amministrare loro l'Estrema Unzione, constatò per primo la morte. [...]
Il pianto dei genitori, il dolore, il lutto dei parenti, l'esecrazione fu unanime ed universale qui e nei paesi d'intorno.
Inutilmente il Parroco Don Giovani Gattoli accorse a Treviso per intercedere a mezzo di S. E. Mons. Vescovo la liberazione, se fossero giunti colà al Collegio Pio X°, sede del Comando delle Brigate Nere. Terrorizzati e senza autorizzazione (chi ne aveva il coraggio allora) alcuni uomini con a capo Fuser Vittorio fu Sante di qui trasportarono con una carretta i cadaveri nella cella mortuaria del Cimitero di Sala in attesa dei funerali, che si fecero tra il terrore e l'angoscia il mattino del 22 aprile dal Cimitero alla Chiesa Parrocchiale di Sala e ritorno. Per interessamento della famiglia Baldrocco, le Salme furono tumulate in una tomba comune.
Passata la liberazione nel trigesimo della morte furono pubblicate le seguenti epigrafi


COMITATO LIBERAZIONE NAZIONALE
Corpo Volontario della Libertà
"Brigata Zancanaro"

Il giorno 20 Aprile 1945 morì di proditoria e atroce morte
barbaramente trucidato dalla Brigate Nere
IL TENENTE
BALDROCCO BRUNO
Comandante di Battaglione

Colla sua dedizione eroica e tragica
propizi ora dall'Alto
alla rinascente Patria
concordia fraterna e giustizia
nella vera libertà


I compagni d'armi la Famiglia ed i parenti tutti nel trigesimo lo ricordano con orgoglio e riconoscente affetto. 20 Maggio 1945


La stessa dedica munita di fotografia [fu affissa] per il Patriota FAVARIN ANGELO.

Nel settembre dello stesso anno, a iniziativa dei patriotti del paese Favarin Virgilio fu Eugenio, Berlese Silvio di Raffaele, Rosin Evaristo fu Giuseppe, di quelli di Istrana e Paese, dopo una Ufficiatura e Messa nella Parrocchiale di Istrana, fu inaugurato nel luogo del supplizio delle due vittime, una colonna spezzata, a base della quale si legge questa scritta:


Qui il 20 Aprile 1945
odio di parte e ferocia brutale
stroncò la giovinezza
BALDROCCO BRUNO di anni 24
e FAVARIN ANGELO di anni 21
rei soltanto di amare
la libertà d'Italia.
Preghiamo
per le vittime innocenti
propagando insieme
non la violenza ma l'amore.


Il Comitato di Liberazione di Istrana, a mezzo del Rag. Orazio Volpato di qui, e di altro oratore - comunista - porsero il saluto ai baldi giovani caduti per la causa patriottica. Numerosa fu la partecipazione del paese, specie dei giovani e vi fu rappresentata largamente con bandiera anche la Gioventù Maschile di A. C. [Azione Cattolica]
Per il clero intervennero: Il Parroco di Pezzan Don Francesco Longato e il Cappellano di Paese Don Giuseppe Pizzolato, oriundo di qui». (Cronistorie... , pp. 721 -723).


Sala d'Istrana, 4 novembre 1945: inaugurazione del monumento a Baldrocco e Favarin

Monumento ai partigiani Bruno Baldrocco e Angelo Favarin, uccisi dalla brigate nere di Treviso.
Sala d'Istrana, 4 novembre 1945: inaugurazione. (Il Lavoratore, settimanale del Pci di Treviso, 10.11.1945).

Trascrizione
Istrana
I Martiri delle brigate nere
montano la guardia alla
Libertà

«Domenica 4 novembre, con rito austero e semplice, si sono commemorati a Sala di Istrana i due Martiri della Libertà BALDROCCO BRUNO e FAVARIN ANGELO, caduti sotto i colpi del mitra assassino delle brigate nere.
Appartenevano alla Brigata "Zancanaro" e immolarono la loro giovanissima vita per la santa Causa. Dopo il rito religioso e la S. Messa, celebratasi nella parrocchiale di Istrana, il corteo, con le bandiere del Partito Democratico Cristiano e un mazzo di fiori del Partito Comunista di Treviso, portato da una piccola figlia di un compagno, si è recato sul luogo del massacro, ove era stato eretto un cippo marmoreo ad imperitura memoria. Benedetto il monumento ed i fiori, il Comandante Partigiano Caridi * ha pronunciato elevate parole, incitanti alla collaborazione per la ricostruzione ed alla solidarietà contro la reazione tramante. Dopo di lui ha parlato pel P.C. il compagno Avv. [Carlo] Vestidello, rievocando la figura dei Martiri, che vanno ad aggiungersi alla numerosa schiera di Eroi, che caddero per la libertà e invitando le madri a non piangere e ad essere orgogliose che i loro figli montino nella strada solitaria la guardia alla libertà raggiunta. Ha parlato successivamente per il Partito Democratico Cristiano l'Avv. Alfredo Cursi, che ha riunito in un unico abbraccio fraterno i due giovanissimi Eroi ai mille e mille morti del Carso, del Piave e del Montello, nomi sacri alla libertà della Patria, che in quel giorno echeggiavano più forti nel suo cuore di vecchio combattente.
Ha parlato pur il sig. Volpato, che ha rinnovato l'appello alla concordia».

* Forse si tratta di Umberto Romagnoli Carini «infaticabile e insonne Vice Comandante della Piazza di Treviso», come lo ricorda Il Popolo, organo del Partito Democratico Cristiano nel suo numero speciale del [1°] maggio 1945.


Cippi partigiani, provincia di Treviso -
Cippo partigiano in memoria di Bruno Baldrocco e Angelo Favarin uccisi dalle brigate nere
a Sala d'Istrana il 20 aprile 1945. Eretto originariamente in un terreno
che verrà occupato dall'aeroporto militare di Istrana (inizio lavori 6.9.1952 , inaugurazione 22.6.1954),
si trova ora all'ingresso del cimitero di Pezzan-Sala, lato Sala. Foto 10.2.2018.
Nella ricollocazione, il testo della lapide ai piedi della colonna - che in origine ricordava la "ferocia brutale"
che aveva stroncato la giovinezza di Baldrocco e Favarin - è stato emendato da ogni accenno
al motivo per cui i due giovani furono uccisi. Strana reticenza.

Di Baldrocco si mette in luce il suo grado di tenente, dimenticando di specificare che si tratta di un 
grado attribuitogli nella sua qualità di comandante partigiano, mentre nel regio esercito era stato caporale. 
Ma la parola partigiano, negli anni del centrismo democristiano e in un'area con 
assoluta maggioranza DC come quella di Istrana, era rigorosamente da evitare. 
(Ringrazio Eugenia Pestrin e Donatella Rech per la segnalazione di questo monumento).


Anche il parroco di Paese, mons. Attilio Andreatti, ricorda la presenza di Baldrocco quale comandante dei partigiani della zona di Sala e Pezzan.
Mons. Andreatti è chiaramente schierato a favore dei patrioti che lottano contro i tedeschi invasori e i fascisti loro alleati e nell'incipit della sua narrazione relativa all'opera dei partigiani di Paese e delle parrocchie circostanti non esita ad usare un tono epico: «È l’ora tenebrosa, l’ora di pochi coraggiosi, l’ora dei partigiani. Il 13-9-1943 avvennero i primi contatti del Comandante della squadra dei Partigiani di Paese, Rino Contò col Ragioniere Pizzinato in via Luigi Pastro di Treviso [dove nella fase iniziale della Resistenza si riunivano - in casa dell'avv. Italico Corradino Cappellotto - i quadri del Comitato trevigiano di liberazione]. Con diversi nuclei di partigiani si formò il Battaglione Zancanaro. Il primo loro compito fu raccogliere e comperare armi; si ebbero subito i primi sabotaggi: interruzione di linee telefoniche, asportazione di tabelle indicatrici… ecc. Gli aderenti al movimento partigiano aumentarono a poco a poco a Villa-Paese-Sovernigo e ad essi si aggregarono le formazioni di Sala e Pezzan comandate da Bruno Baldrocco, sfollato da Treviso a Sala. Il Battaglione si trasformò nell’Agosto 1944 in BRIGATA ZANCANARO.  Di continuo si operava il sabotaggio: sbollamento di linee ferroviarie per deragliare i treni. Con l’uso di matite esplosive si fecero saltare le linee ferroviarie ed elettriche ad alta tensione; si guastarono macchine e materiale elettrico nei vagoni, che stanziavano lungo la ferrovia… ». (Cronistorie.... , pp. 1888-1189 - Evidenziazioni del curatore).


Nel 1952, durante le lotte contro la costruzione dell'aeroporto militare di Istrana, la Federazione Giovanile Comunista di Treviso coopterà nelle proprie fila il partigiano Baldrocco che pure aveva militato ed era morto sotto le bandiere di una formazione democristiana.
Nell'articolo qui sotto riprodotto è citato il solo Baldrocco, sfollato a Sala in seguito ai bombardamenti di Treviso del 1944, (e non il compagno di lotta Favarin, che era del luogo). Appare evidente, quindi, che il giovane comunista Baldrocco, proveniente dalla città, non aveva avuto remore (né gli erano stati posti divieti) di militare nella formazione partigiana presente nella zona, la brigata democristiana Zancanaro.
Casi del genere, cioè di militanza partigiana in formazioni distanti dalle proprie convinzioni politiche, non erano peraltro rari, ad iniziare da quello forse più noto di Aldo Gastaldi "Bisagno", cattolico, che combatté in Liguria al comando della divisione garibaldina Cichero assieme al comunista Giovanni Serbandini.


Lotte contro la costruzione dell'aeroporto di Istrana
voluto dalla Nato nel quadro della guerra fredda in atto contro l'Unione Sovietica.
Il partigiano Bruno Baldrocco è paragonato ai Martiri di Belfiore,
di un secolo prima, come eroe morto ''per scacciare lo straniero dalle nostre terre".

(Il lavoratore della Marca Trevigiana'', Settimanale della Federazione Trevigiana del PCI, 5 settembre 1952)

Il ricordo di Bruno Baldrocco nel monumento ai partigiani d Treviso.

Via Bruno Baldrocco, la strada che il comune di Paese ha dedicato al partigiano ucciso il 20.4.1945:
parte iniziale della provinciale n. 100 che da Porcellengo conduce a Castagnole. (Google Street View 2019)


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2 commenti:

  1. E' doveroso commemorare. Grazie a C. Pavan per l'accurata ricerca.

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    1. Faccio mio un bel commento che ho letto su Anobii (e che spiega anche la principale motivazione della ricerca).
      «Li abbiamo dimenticati. Ci accorgiamo, sì, di qualche croce appesa agli alberi, lungo il percorso delle nostre passeggiate. Come gli alberi, loro ci sono, fanno parte dei luoghi, ma noi non li vediamo. E anche se ci fermassimo a leggerne i nomi, non ci direbbero niente, perché nessuno ci ha parlato di loro, se non col generico appellativo di "martiri". Mentre erano uomini, ragazzi. La vera memoria della Resistenza è far parlare le loro vite: le loro esperienze, le speranze, le sofferenze...».
      Alexmorian, Anobii, 10/01/11, Commento a “Là dove caddero - Lapidi, cippi, monumenti della Resistenza sul Massiccio del Grappa ...” di Paolo Tagni, Denis Vidale e Aurelio Tasca, Ediz. Dal Maso, Marostica, 2005.

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