sabato 12 novembre 2016

Pietro Lenorose, 1925 - 1944

Lenorose Pietro di Luigi, Treviso, classe 1925
Partigiano Combattente - Brg. Martiri del G. - Div. M. Grappa
Caduto il 25 settembre 1944, a Pederobba
Impiccato, dopo essere stato catturato durante il rastrellamento del Grappa
Studente         (Elio Fregonese, 1997)



Ulteriori informazioni tratte dal foglio matricolare
Lenarose Pietro, classe di leva 1925, matricola 40300 quinter, Distretto di Treviso.
Nato a Treviso il 3.3.1925. Residente all’atto dell’arruolamento nel comune di Treviso [1].
30 giugno 1943 [?] «Dichiarato renitente dagli organi di leva».
«Considerato arruolato nell’Esercito perché [...] ha fatto parte dal 23.4.944 della Formazione Partigiana  Brig. “Martiri del Grappa” [...] assumendo la qualifica gerarchica di
- Comandante di distaccamento (S. Ten.) dal 1°/5/944 al 30/6/944
- Comandante di squadra (Serg. Magg.) dal 1°/7/1944 al 25/9/944».
Timbro «Equiparato a tutti gli effetti (escluso il compimento degli obblighi di leva), per il servizio partigiano anzidetto, ai militari volontari che hanno operato in Unità regolari delle Forze Armate nella Lotta di Liberazione (D.L. 6/9/1946 n. 93)».
A penna «25 settembre 1945 [!]* Catturato ed impiccato dai nazi-fascisti in loc. Pederobba».
- - - - -
* Da sottolineare la sciatteria con cui è stato compilato il foglio dal “funzionario addetto alla matricola” del Distretto Militare di Treviso, il 7 giugno 1979.



[1] Secondo il sito "studistoricianapoli.it", curato da Pierluigi Damiano Dossi Busoi, Pietro Lenorose era «figlio adottivo di Valentino Dissegna», residente a Romano d'Ezzelino. «Partigiano della Brigata "Italia Libera Campo Croce", [Lenorose - nel documento impropriamente scritto "Levirose" - fu] catturato in Val delle Mure». Cfr. la scheda 112 del Pdf "aggiornamenti caduti del Grappa al 14 ottobre 2019"
[NdC - Consultato nel nov 2018 e non più online il 20.4.2024].

Partigiani impiccati dai fascisti durante il rastrellamento del Grappa - 
Lapide nel luogo in cui il 25 settembre 1944 fu impiccato il partigiano Pietro Lenorose 
a Levada di Pederobba presso il passaggio a livello della ferrovia Montebelluna-Feltre. 
Via Gabriele D'Annunzio, 114. (Ringrazio Luciano Vallortigara * per la segnalazione)

*  Luciano Vallortigara è autore di una ricerca fotografica dei manufatti della Resistenza ubicati nei comuni della provincia di Vicenza. La sua ricerca è depositata presso il Museo del Risorgimento e della Resistenza di Vicenza.

Il luogo in cui fu impiccato dai fascisti, durante il rastrellamento del Grappa,
il partigiano Pietro Lenorose: via D'Annunzio, Levada di Onigo, Pederobba TV.
(Segnalazione di Luciano Vallortigara
* - Foto: Google Street View, novembre 2011)


Graziano Covolan, 1953, ricorda l’impiccagione di Pietro Lenorose sulla base dei racconti del padre, Zenone, 1926, partigiano della brigata Matteotti

- Dove di preciso l’hanno impiccato?
Su un gancio della corrente. Adesso hanno rifatto la casa, ma là [sopra la lapide] c’è sempre stata una staffa. Avevano il camion hanno gettato la corda sulla staffa e dopo sono partiti col camion. Era una staffa della luce.
- Erano tedeschi o italiani?
C’erano i fascisti che impiccavano e i tedeschi di scorta. Hanno detto che il caposquadra dei fascisti — mio papà ne ricordava anche il nome — era uno di Cornuda.

L’hanno impiccato e sono andati via. Poi ne hanno impiccato un altro, di là delle sbarre, sempre dello stesso rastrellamento.

Nel granaio di casa nostra c’erano tre-quattro partigiani, non so di che formazione. Avevano anche una bomba a mano e volevano buttargliela giù, non l'hanno fatto perché temevano che poi bruciassero il paese.
Uno zio di Lenorose, finita la guerra, è venuto a Levada. Ha chiesto informazioni finché ha trovato mio papà. Mio papà gli ha spiegato tutto quello che era successo. Lo zio ha voluto sapere anche il nome del capo dei fascisti che avevano impiccato Pietro. Mio papà gli ha detto il nome e cognome di chi era stato; penso che poi lo zio sia anche andato a trovarlo, ma mi pare che fosse già morto.
- Ho visto che sotto la lapide di Lenorose ci sono dei fiori.
Sempre; ci sono sempre dei fiori.
- Sono i parenti?
Il comune o anche quelli qua del paese.
- Il fatto è rimasto impresso…
Penso di sì, perché penso che siano stati in tanti che quel giorno hanno visto. Ne hanno ammazzato uno qua e uno di là delle sbarre, subito dopo, a sinistra. Sempre nello stesso giorno e con lo stesso camion. Lo adoperavano come deterrente.
Se le racconti adesso queste cose ti ridono dietro. Adesso hanno cambiato tutti…
- La storia gira, purtroppo. C’è il rischio che non resti neanche la memoria.
La memoria, non vogliono che resti! Non gli va bene a qualcuno, ci sono ancora di quelli che negano.
Qua vicino c’era la villa dei conti Calvi Caregiani. Hanno levato tutta una ringhiera per dare il ferro alla patria. Al suo posto hanno fatto su un muro, ed era un ringhiera di ferro battuto di quelle di una volta.
A mia nonna hanno tolto l’anello, ricordo di mio nonno; se non glielo dava, i fascisti le tagliavano il dito!
- Offerte volontarie per la patria…
Erano sempre quelli che poi hanno fatto quel giro là; erano di Cornuda, mi pare.
Mio padre è morto otto anni fa. Era del 1926 ed era partigiano con quello di Cornuda che è stato ucciso … Matteotti. [Alessandro Zanini, medaglia d’oro al valor militare, della brigata Matteotti].
Graziano Covolan.
Ascolta su YouTube un altro
brano della sua testimonianza
.
Noi qui in casa abbiamo avuto anche quelli delle SS che ci avevano requisito l’officina, perché avevamo un’officina con carrozzeria, e una falegnameria. L’avevano requisita i tedeschi che erano venuti qua e facevano quello che volevano. C’era un colonnello delle SS che ha detto a mio papà: «Prima o poi ti mando in Germania» e mio papà gli ha risposto: «Guarda che tu non vai fuori di qua, prima che io arrivi in Germania».
Da noi c’era anche il maniscalco, c’era il falegname: quella era gente come noi. Erano tedeschi ma erano come noi. Invece le SS erano “inquadrati”.
Sintesi dell’intervista a Graziano Covolan, registrata a Levada di Pederobba nel suo negozio di articoli per giardinaggio, mercoledì 27 giugno 2018. (File 18062703 e 18062704).


Particolare dell'antico muro in pietra viva vicino al punto in cui fu impiccato dai fascisti
il partigiano Pietro Lenorose, a Levada di Onigo TV - 25 settembre 1944
(rastrellamento dei partigiani del Grappa).

Atto di morte del partigiano Lenorose Pietro
«dell'età di anni diciannove [...] residente in Romano D'Ezzelino,
operaio, che era nato in Treviso», impiccato dai fascisti a Levada il 25 settembre 1944.
Comune di Pederobba n. 37 - [11.6.1945].
Come ricorda il parroco di Onigo, che assistette tutti e sette i partigiani
impiccati in quel giorno fra Onigo e Cornuda, impartendo loro i conforti religiosi,
per Lenorose e gli altri due uccisi in territorio di Pederobba
(Arcisio Simioni e Giuseppe Antonio Mascotto) «venne dato ordine che fossero sepolti senza la cassa, gettati tutti e tre in una fossa del Cimitero di Onigo. Appena terminata la guerra le loro famiglie
sono venuti a prendere i loro cadaveri e trasportati al cimitero di loro dimora».
Questo spiega la tardiva data dell'atto di morte.

Trascrizione
«L'anno millenovecentoquarantacinque E.F. [Era Fascista ... presente ancora nel modulo], addì undici del mese di giugno alle ore sedici e minuti trenta nella Casa Comunale.
Avanti di me Poloni Girolamo, per delegazione avuta, Ufficiale dello stato civile del Comune di Pederobba ... è comparso Dissegna Valentino di fu Antonio di anni cinquantanove manovale residente in Romano D'Ezzelino ... il quale alla presenza dei testimoni Niciani Raimondo di fu Antonio di anni ventuno impiegato residente in Cittadella e Carretta Angelo di Paolo di anni cinquanta stradino residente in Onigo mi ha dichiarato quanto segue:
Il giorno venticinque del mese di settembre dell'anno millenovecentoquarantaquattro E.F. alle ore tredici e minuti nessuno nella casa posta lungo Via Gabriele D'Annunzio, per impiccamento, è morto Lenorose Pietro dell'età di anni dicianove ... di razza ... residente in Romano D'Ezzelino operaio che era nato a Treviso ... e che era celibe.
Il presente atto viene letto agli intervenuti i quali tutti insieme con me lo sottoscrivono. [...]».


Pietro Lenorose, il suo ricordo - senza foto - nel monumento ai partigiani di Treviso.







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