Partigiano Combattente - Brg. Gobbato - Gr. Brg. G.L.
Medaglia d'Argento al Valor Militare
Caduto il 29 aprile 1945, a Quinto di Treviso
Cadeva nel tentativo di portare aiuto ai compagni circondati da reparto tedesco
Studente universitario - maturità classica (Elio Fregonese, 1997)
Atto di Morte. Stato civile comune di Treviso
Comune di Treviso, Atto di morte del partigiano Vito Rapisardi, copia dell'Atto originale registrato a Quinto (TV). |
Trascrizione
[Atti di Morte - Parte II. - Serie C - N.° 63 Rapisardi Vito]
L'anno millenovecentoquarantacinque addì quindici Maggio a ore diciassette nella Casa Comunale.
Io Giuseppe Bortolatto Segretario Ufficiale dello Stato Civile del Comune di Treviso delegato, avendo ricevuto dall'Ufficiale dello Stato Civile del Comune di Quinto di Treviso copia di atto di morte trascrivo qui per intero la copia stessa che è del seguente tenore:
«L'anno millenovecentoquarantacinque addì nove del mese di Maggio alle ore nove e minuti trenta nella Casa comunale
Io Bresolin Napoleone Sindaco Ufficiale dello Stato Civile del Comune di Quinto di Treviso, avendo ricevuto dal Procuratore del Re presso il Tribunale di Treviso una denuncia di morte con la data odierna che, munita del mio visto inserisco nel volume degli allegati a questo Registro, do atto che:
Il giorno ventinove del mese di Aprile dell'anno [1945] alle ore tredici e minuti trenta in Quinto di Treviso, località Gambero Strada Noalese, per azioni di guerra contro truppe tedesche è morto Rapisardi Vito dell'età di anni ventitre cittadino italiano di razza ariana residente in Treviso, che era nato in Treviso da fu Bartolomeo residente in vita a Treviso e da Mazzolà Rosa casalinga residente in Treviso, e che era di professione studente, di stato civile celibe.
L'Ufficiale di Stato Civile f.to N. Bresolin».
Eseguita la trascrizione ho munito del mio visto ed inserito la copia suddetta nel volume degli allegati a questo registro. L'Ufficiale dello Stato Civile [...]
Nota a margine
Con sentenza del 12 [?] febbraio 1946, pronunciata dal Tribunale Civile e Penale di Treviso, trascritta nei registri di morte del Comune di Quinto di Treviso - Anno 1946 parte II Serie C. N 1 - l'atto presente è stato così rettificato: che cioè dove è scritto "e che era di professione studente", debba invece leggersi ed intendersi: e che era di professione Dottore in Legge.
L'Ufficiale di Stato Civile
Ft.[Firmato] N. Bresolin
Treviso 7 marzo 1946
[...]
Rapisardi Vito, classe di leva 1922, matricola 23621 quinter , Distretto di Treviso (28).
Figlio di Bartolomeo e di Mazzolà Rosa, nato il 7 aprile 1922 a Treviso.
Non ha prestato precedentemente servizio militare.
Ha fatto parte dal 9 settembre 1943 al 29 aprile 1945 alla Formazione Partigiana Giustizia e Libertà in località Treviso assumendo la qualifica gerarchica di comandante di nucleo dal 1 marzo 1944 al 31 marzo 1944, di comandante distaccamento dall’ 1 aprile 1944 al 30 novembre 1944, di vice comandante divisione dall’1 dicembre 1944 al 31 gennaio 1945 di comandante divisione dall’1 febbraio al 29 aprile 1945.
«Equiparato a tutti gli effetti (escluso il compimento degli obblighi di leva) per il servizio partigiano anzidetto, ai militari volontari che hanno operato in Unità regolari delle Forze Armate nella Lotta di Liberazione (D.L. 6-9-1946 n. 93)».
29 aprile 1945 Deceduto.
“Parificato il 5 dicembre 1964”
Motivazione della medaglia d'argento
Rapisardi Vito
di Bartolomeo e Rosa Mazzolà
[...]
Giovane animato da nobili sentimenti e da vivo amore per la Patria e per la libertà, partecipava, sino dagli inizi, alla lotta di liberazione nella regione di Treviso.
Trascinatore, animatore e valente organizzatore, forniva al movimento partigiano apporto vivamente apprezzato.
Capo deciso e coraggioso costituiva e comandava, in numerosi combattimenti formazioni partigiane.
Durante la ritirata tedesca rifiutava incarichi politici che, all'alba della liberazione, gli si offrivano promettenti, e continuava nella lotta alla testa dei suoi uomini. Negli ultimi scontri a fuoco, cadeva da prode nel tentativo di portare aiuto ad un gruppo di partigiani circondati da forze tedesche di gran lunga superiori.
Quinto di Treviso, 29 aprile 1945
Decreto 3 ottobre 1952 - G. U. 211/53
Relazione del comandante delle brigate trevigiane di Giustizia e Libertà
Instancabile organizzatore delle Formazioni "Giustizia e Libertà" della Provincia di Treviso, membro ed animatore dell'esecutivo del Partito D'Azione, partecipò, sempre tra i primi alle più rischiose azioni preferendo condividere con i Compagni di lotta tutti i pericoli che ne derivavano dimostrando specie nella rischiosissima azione del ponte della Gobba, sereno sprezzo di pericolo e fede non comune.
Durante le giornate dell'insurrezione chiedeva di poter combattere a fianco dei Compagni, l'ultima decisiva battaglia tralasciando altri importanti compiti politici che gli erano stati affidati.
Organizzava le operazioni insurrezionali della Brigata Giustizia e Libertà "G. Mameli" nelle pericolose zone di Badoere , Levada, Zero Branco, Quinto essendo sempre di esempio per la fede che animava ogni sua azione e per il sereno coraggio con cui affrontava i pericoli gravissimi che si frapponevano nell'esplicazione del suo compito.
Fatto prigioniero da elementi delle SS tedesche in località Zecchina (Quinto), successivamente liberato riallacciava i contatti con il comando di Treviso passando da solo attraverso gli sbarramenti nemici. Avuta notizia che un suo reparto stava per essere sopraffatto da elementi di una colonna tedesca in ritirata, pure avendo perfetta coscienza dei pericoli gravissimi che ne derivavano, non esitava a portarsi sul posto della lotta con i pochi uomini disponibili, raggiungendolo, dopo aver sgominato un posto di blocco nemico.
Attaccato da forze superiori per uomini e mezzi accettava il combattimento. Sopravvissuto agli altri Compagni di lotta, continuava la propria azione di fuoco fino ad esaurimento delle munizioni, preferendo eroicamente morire piuttosto che arrendersi.
Sul suo corpo, come su quello degli altri Compagni, il nemico barbaramente sferrava la sua ultima inutile ferocia.
Il Comandante del Gruppo Brigate
firmato Tonello Guido
Testamento spirituale del partigiano Vito Rapisardi. Il testamento venne stampato nel trigesimo della morte, a cura del partito d'azione, dalla tipografia Crivellari di Treviso. |
Trascrizione
In questo giorno quindici del mese di aprile dell'anno del Signore 1945 dopo un accurato esame di coscienza ho voluto tracciare questo mio testamento spirituale che verrà aperto dopo la mia morte e che da me viene consegnato in data odierna al Reverendo Parroco di Roncade do Romano.
In nome del Padre del Figliuolo e dello Spirito Santo - credo fermamente in Gesù Cristo nostro Signore e nei Santi Dogmi della Chiesa Cattolica.
In questo momento così burrascoso e inquieto che attraversiamo nel quale ogni valore morale viene a mancare e tutte le azioni più illegali e disoneste sono appoggiate dal regime della violenza io che credo fermamente nella religione cattolica ho voluto fare un accurato esame di coscienza per trovarmi pronto in qualsiasi momento al passo supremo che dovrà condurmi nel regno della pace e della felicità.
Sono un giovane provato dal più forte dei dolori, e la dura esperienza di una vita piena di angoscie e di difficoltà ha maturato innanzi tempo il mio carattere rendendomi serio e uomo prima del tempo.
Sono ad ogni modo contento di avere avuto nella mia forse breve vita delle dure responsabilità e di avere adempiuto al mio dovere nella vita.
Non ho da lasciare disposizioni di ultima volontà giacché le poche cose che mi appartengono o che eventualmente dovranno in avvenire cadere in mia proprietà passeranno alla mia adorata mamma ed al mio caro ed unico fratello Raffaello.
Desidero unicamente che umili e semplici al pari della mia breve vita siano le formalità che dovranno seguire alla mia morte, mi basta sapere che potrò in pace riposare per sempre accanto alla spoglia mortale di mio Padre indimenticabile e che le persone che mi hanno voluto bene verranno talvolta a trovarmi. Desidero unicamente invece che in mia memoria vengano officiate alcune messe necessarie per la mia anima di uomo e quindi di peccatore. Oggi come non mai sono tranquillo con la mia coscienza e credo di avere adempiuto scrupolosamente al mio dovere. Chiedo ad ogni modo pubblicamente perdono a quelle persone che eventualmente sono state da me ingiustamente offese. Credo di essermi sempre prodigato per venire incontro secondo le mie possibilità, a quelle persone che si sono a me rivolte.
Alla mia adorata mamma chiedo anzitutto perdono di tutti i dispiaceri e per tutti i pensieri che le ho causato. Sappi però che sopra ogni cosa ho sempre venerato il tuo nome e ti ho a me sempre avuta vicina in tutti i momenti della mia burrascosa giornata. Non addolorarti troppo per la mia perdita; sappi che io sono lieto di potermi ricongiungere con il mio indimenticabile papà, il cui pensiero e la cui guida mi sono sempre stati davanti agli occhi, in questi ultimi anni da quando Lui ci è mancato. Sappi che adesso anch'io pregherò tano per te e la preghiera ti darà la forza per poter ancora guidare nella vita Raffaello che ancora tanto bisogno avrà di te. Sii quindi forte per portare a termine la missione che ti è stata affidata e, per quanto dura si sia mostrata con te la vita, vedrai che presto ci ricongiungeremo per l'eternità nella sola vera vita che può dare felicità e tranquillità.
Cosa dovrò dire a Raffaello che è ancora tanto giovane?
Anzitutto di vegliare sempre nella nostra cara mamma e di esserle come non mai vicino in questo momento che tanto bisogno avrà di te che unicamente le rimani. Ti sei dimostrato fin d'ora tanto bravo e volonteroso che sicuramente raggiungerai la meta che ti sei prefisso e potrai avere delle buone soddisfazioni, che unicamente col lavoro si possono raggiungere. Ricordati a volte di questo tuo fratello che tanto bene ti ha voluto e tanto ha trepidato per te. Sii forte e segui sempre quella strada sulla quale nostro Padre ci ha indirizzato e dalla quale anche tu non hai mai deviato. Mantienti sempre onesto e non lasciarti trascinare da cattive compagnie su chine pericolose. Ama sempre la Patria e ricordati del periodo che insieme abbiamo lavorato per la rinascita di essa. Cerca di continuare il mio lavoro e mi auguro che almeno tu potrai avere la soddisfazione di vedere esauditi i desideri per i quali tanto abbiamo lottato. Cercate tutti , miei cari compagni di lotta e di ideali, che il popolo italiano si risvegli, e cessate le lotte di parti che tanto hanno dilaniato questa nostra Italia, rendendo i fratelli nemici; tutti collaborate per la rinascita ed il risorgere della Patria oggi divisa e dilaniata, ma in un domani, mi auguro, nuovamente unita e potente. Mi auguro che almeno voi, cari compagni, possiate continuare a lungo il vostro diuturno lavoro e cercate di essere sempre prudenti per poter raggiungere lo scopo ad ognuno assegnato e prefisso. Voglia il Signore esaudire questo mio unico desiderio e dalla mia morte forse repentina e innanzi tempo possa derivare un impulso al lavoro ed alla riscossa di tutti.
Stringo in un abbraccio affettuoso tutti i miei cari parenti che mi vogliono bene e a loro raccomando particolarmente mia mamma e mio fratello, in particolare li raccomando allo zio Lino che mi ha conosciuto ormai bene e forse mi ha apprezzato.
Saluto ancora tutti i cari amici e le buone compagne che mi sono state vicine in questo periodo così triste per alleviare la mia solitudine ed irrequietezza. Di tutti mi ricorderò e per tutti pregherò dal Regno dei Cieli.
Non credo di aver altro da aggiungere. Ricordo ancora a mia mamma e a Raffaello di essere forti, e fiduciosi di ricongiungerci ben presto in altro Regno pieno di pace e di tranquillità ove regna la beatitudine e si è tutti felici e contenti.
Sia lodato Gesù Cristo.
In questo giorno quindici del mese di aprile dell'anno del Signore 1945 dopo un accurato esame di coscienza ho voluto tracciare questo mio testamento spirituale che verrà aperto dopo la mia morte e che da me viene consegnato in data odierna al Reverendo Parroco di Roncade do Romano.
In nome del Padre del Figliuolo e dello Spirito Santo - credo fermamente in Gesù Cristo nostro Signore e nei Santi Dogmi della Chiesa Cattolica.
In questo momento così burrascoso e inquieto che attraversiamo nel quale ogni valore morale viene a mancare e tutte le azioni più illegali e disoneste sono appoggiate dal regime della violenza io che credo fermamente nella religione cattolica ho voluto fare un accurato esame di coscienza per trovarmi pronto in qualsiasi momento al passo supremo che dovrà condurmi nel regno della pace e della felicità.
Sono un giovane provato dal più forte dei dolori, e la dura esperienza di una vita piena di angoscie e di difficoltà ha maturato innanzi tempo il mio carattere rendendomi serio e uomo prima del tempo.
Sono ad ogni modo contento di avere avuto nella mia forse breve vita delle dure responsabilità e di avere adempiuto al mio dovere nella vita.
Non ho da lasciare disposizioni di ultima volontà giacché le poche cose che mi appartengono o che eventualmente dovranno in avvenire cadere in mia proprietà passeranno alla mia adorata mamma ed al mio caro ed unico fratello Raffaello.
Desidero unicamente che umili e semplici al pari della mia breve vita siano le formalità che dovranno seguire alla mia morte, mi basta sapere che potrò in pace riposare per sempre accanto alla spoglia mortale di mio Padre indimenticabile e che le persone che mi hanno voluto bene verranno talvolta a trovarmi. Desidero unicamente invece che in mia memoria vengano officiate alcune messe necessarie per la mia anima di uomo e quindi di peccatore. Oggi come non mai sono tranquillo con la mia coscienza e credo di avere adempiuto scrupolosamente al mio dovere. Chiedo ad ogni modo pubblicamente perdono a quelle persone che eventualmente sono state da me ingiustamente offese. Credo di essermi sempre prodigato per venire incontro secondo le mie possibilità, a quelle persone che si sono a me rivolte.
Alla mia adorata mamma chiedo anzitutto perdono di tutti i dispiaceri e per tutti i pensieri che le ho causato. Sappi però che sopra ogni cosa ho sempre venerato il tuo nome e ti ho a me sempre avuta vicina in tutti i momenti della mia burrascosa giornata. Non addolorarti troppo per la mia perdita; sappi che io sono lieto di potermi ricongiungere con il mio indimenticabile papà, il cui pensiero e la cui guida mi sono sempre stati davanti agli occhi, in questi ultimi anni da quando Lui ci è mancato. Sappi che adesso anch'io pregherò tano per te e la preghiera ti darà la forza per poter ancora guidare nella vita Raffaello che ancora tanto bisogno avrà di te. Sii quindi forte per portare a termine la missione che ti è stata affidata e, per quanto dura si sia mostrata con te la vita, vedrai che presto ci ricongiungeremo per l'eternità nella sola vera vita che può dare felicità e tranquillità.
Cosa dovrò dire a Raffaello che è ancora tanto giovane?
Anzitutto di vegliare sempre nella nostra cara mamma e di esserle come non mai vicino in questo momento che tanto bisogno avrà di te che unicamente le rimani. Ti sei dimostrato fin d'ora tanto bravo e volonteroso che sicuramente raggiungerai la meta che ti sei prefisso e potrai avere delle buone soddisfazioni, che unicamente col lavoro si possono raggiungere. Ricordati a volte di questo tuo fratello che tanto bene ti ha voluto e tanto ha trepidato per te. Sii forte e segui sempre quella strada sulla quale nostro Padre ci ha indirizzato e dalla quale anche tu non hai mai deviato. Mantienti sempre onesto e non lasciarti trascinare da cattive compagnie su chine pericolose. Ama sempre la Patria e ricordati del periodo che insieme abbiamo lavorato per la rinascita di essa. Cerca di continuare il mio lavoro e mi auguro che almeno tu potrai avere la soddisfazione di vedere esauditi i desideri per i quali tanto abbiamo lottato. Cercate tutti , miei cari compagni di lotta e di ideali, che il popolo italiano si risvegli, e cessate le lotte di parti che tanto hanno dilaniato questa nostra Italia, rendendo i fratelli nemici; tutti collaborate per la rinascita ed il risorgere della Patria oggi divisa e dilaniata, ma in un domani, mi auguro, nuovamente unita e potente. Mi auguro che almeno voi, cari compagni, possiate continuare a lungo il vostro diuturno lavoro e cercate di essere sempre prudenti per poter raggiungere lo scopo ad ognuno assegnato e prefisso. Voglia il Signore esaudire questo mio unico desiderio e dalla mia morte forse repentina e innanzi tempo possa derivare un impulso al lavoro ed alla riscossa di tutti.
Stringo in un abbraccio affettuoso tutti i miei cari parenti che mi vogliono bene e a loro raccomando particolarmente mia mamma e mio fratello, in particolare li raccomando allo zio Lino che mi ha conosciuto ormai bene e forse mi ha apprezzato.
Saluto ancora tutti i cari amici e le buone compagne che mi sono state vicine in questo periodo così triste per alleviare la mia solitudine ed irrequietezza. Di tutti mi ricorderò e per tutti pregherò dal Regno dei Cieli.
Non credo di aver altro da aggiungere. Ricordo ancora a mia mamma e a Raffaello di essere forti, e fiduciosi di ricongiungerci ben presto in altro Regno pieno di pace e di tranquillità ove regna la beatitudine e si è tutti felici e contenti.
Sia lodato Gesù Cristo.
Dott. Vito Rapisardi
Roncade di Treviso, 15 Aprile 1945
Vito Rapisardi, partigiano di Giustizia e Libertà ucciso sulla strada Noalese (Al Gambero) in uno scontro con i tedeschi delle SS il 29 aprile 1945: il suo ricordo nel mausoleo dei partigiani di Treviso. |
Via Vito Rapisardi, partigiano ucciso a Quinto di Treviso dalle SS, si trova nel quartiere di S. Maria del Rovere. |
Vai al libro che ricostruisce il fatto d'arme in cui furono uccisi Rapisardi
e altri otto partigiani il 29 aprile 1945 sulla Noalese, "al Gambero" (Quinto - TV)
e altri otto partigiani il 29 aprile 1945 sulla Noalese, "al Gambero" (Quinto - TV)
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