sabato 12 novembre 2016

Ugo Bottacin, 1928-1945

Ugo Bottacin era il secondogenito dei quattro figli (tre maschi e una femmina) di Giovanni ed Ester Ronchi.
Giovanni, un tranviere anarchico di Treviso, con l’avvento del fascismo fu costretto ad emigrare in Francia, a Roche lez  Beauprè (nei pressi di Besançon) dove nel 1926 nacque il primogenito Luciano.
La famiglia Bottacin ritornò a Treviso nel 1927 e si stabilì in via Dogali, una laterale ad est del Terraglio nei pressi della stazione ferroviaria. Giovanni trovò lavoro nella tranvia (poi filovia) Treviso-Mestre. Nel febbraio del 1928 nacque Ugo.
Durante la Resistenza il primogenito Luciano salì in montagna ad aprile del 1944, dapprima con la brg. Tollot e poi con la Mazzini. Scampato al rastrellamento del Cansiglio e giunto in pianura, Luciano Bottacin "Friz" si aggregò ai partigiani del battaglione mobile Wladimiro Paoli; con lui - a settembre del ‘44 - si unì il fratello più giovane Ugo ("Bocia"), inizialmente con compiti di staffetta.
I due fratelli erano assieme nella notte dello scontro con i tedeschi a Trevignano, quando Ugo perse la vita.

Atto di morte di Ugo Bottacin


Nell'atto di morte del partigiano Ugo Bottacin il decesso è registrato
«alle ore quattro e minuti venticinque nella casa posta in Trevignano,
via Zapparè, al civico numero quarantasette
». 

Trascrizione

1945 - Comune di Trevignano, Atti di Morte - Parte I - Numero 28, Bottacin Ugo
«L’anno millenovecentoquarantacinque […] addì tre del mese di agosto alle ore undici e minuti nessuno nella Casa Comunale.
Avanti di me, Callegari Demetrio, impiegato, Ufficiale dello stato civile del Comune di Trevignano per delegazione avuta è comparsa Bottacin Norma di Giovanni di anni ventuno, casalinga, residente in Treviso la quale alla presenza dei testimoni Cavasotto Dante fu Luigi di anni quarantadue impiegato residente in Trevignano e Casagrande Attilio fu Luigi di anni trentacinque impiegato residente in Trevignano mi ha dichiarato quanto segue:
Il giorno Ventidue marzo dell’anno millenovecentoquarantacinque […] alle ore quattro e minuti venticinque nella casa posta in Trevignano, via Zapparè, al civico numero quarantasette è morto Ugo Bottacin dell’età di anni diciassette […] residente in Treviso, Commesso di Negozio che era nato in Treviso da Giovanni Bottacin ferroviere residente in Treviso e da Ester Ronchi casalinga residente in Treviso, che non era coniugato.
Il presente atto viene letto agli intervenuti, i quali tutti, insieme con me, lo sottoscrivono. […]
Nota a margine
«La dichiarante prima di fare la presente denuncia mi ha esibito copia della sentenza pronunciata li 30 luglio 1945 dal Tribunale di Treviso con la quale sono stato autorizzato a ricevere questa tardiva dichiarazione, copia che, munita dal mio visto, inserisco nel volume degli allegati a questo registro».
Trevignano, li 3 agosto 1945
L’impiegato di Stato Civile
Callegari


Domenica 1 luglio 1945 - Sepoltura a Treviso dei partigiani Bottacin e Franceschetti

Il Corriere Veneto, testata che dal 30 aprile 1945 al 17 luglio 1945
- dapprima con il nome di Corriere di Venezia (30.4-3.5) -
sostituisce il Gazzettino ed esce "a cura del P.W.B.",
dà conto delle onoranze funebri ai due partigiani caduti a Trevignano,
Uno dei due caduti (Felice Franceschetti)
è ancora conosciuto con il solo nome di battaglia "Checco".
Trascrizione

Solenni onoranze a due Caduti per la Libertà
Uno dei più fulgidi episodi che dimostra ancora una volta il coraggio e il sacrificio dei patrioti è quello avvenuto nella notte dal [21 al 22] marzo scorso nei pressi di Trevignano, piccolo rustico borgo della nostra provincia.
Una squadra di "garibaldini" affrontava una formazione di SS tedesche con la quale impegnava combattimento. Nonostante la schiacciante superiorità di mezzi e di uomini, i tedeschi lasciavano sul terreno alcune decine di morti ed altri rimanevano feriti. Nel sanguinoso combattimento cadevano eroicamente il giovanetto diciassettenne Ugo Bottacin (Bocia) di Treviso ed un partigiano già commissario politico della brigata "Wladimiro", noto sotto il nome di battaglia "Checco".
Di quest'ultimo, però, finora sono ancora sconosciute le generalità. I compagni dei due Caduti hanno voluto domenica mattina [1 luglio 1945] rendere solenne tributo alle salme, che erano state trasportate dal camposanto di Trevignano alla caserma Colombo di Treviso, dove era stata allestita la camera ardente. Alle 9 un lungo corteo, preceduto da una bandiera e dal gagliardetto della brigata "Wladimiro", unitamente a numerosi compagni di fede e di ardimento, di rappresentanze  delle altre formazioni di patrioti, dei congiunti del Bottacin, si è mosso dalla caserma e percorrendo la riviera Garibaldi, lungo il Sile, si è diretto per viale Fratelli Bandiera verso il Cimitero Comunale Maggiore, dove è stata celebrata una breve funzione religiosa. Prima che le salme fossero calate nelle tombe, alcuni compagni hanno recato l'estremo saluto alla memoria dei due Caduti.
Sulle fosse sono state deposte ghirlande di fiori freschi, pietoso omaggio dei genitori e fratelli del martire Bottacin e delle brigate  "Wladimiro", "Negrin", "Cirillo" [divisione Sabatucci], "Bavaresco", "Amerigo Perini" e "Bottacin".
(Corriere Veneto, martedì 3 luglio 1945)


Ugo Bottacin "Bocia", partigiano, diciassette anni: il suo ricordo nel monumento di Treviso.

Partigiani di Treviso - 
Il partigiano di Treviso Ugo Bottacin "Bocia", di professione commesso,
a passeggio per il centro cittadino.

Domenica 6 maggio 1945. Il battaglione d'assalto Wladimiro Paoli (la "Wladimiro") alla partenza della sfilata per le vie di Treviso con destinazione la Piazza d'Armi, S. Maria del Rovere, per la consegna delle armi.
Al centro della foto (indicato dalla scritta autografa), Luciano Bottacin "Friz",19 anni, fratello di Ugo.
In prima fila da sx: Attilio Scardala "Ugo Marino" comandante del Gruppo Brigate
Garibaldi - Divisione Sabatucci, Silvio Fantin "Dardo" e Gino Pasqualotto "Laura" del Comando della Wladimiro. Sullo sfondo le rovine della stazione ferroviaria. (Altarui, Treviso nella Resistenza)

Bottacin Ugo di Giovanni, Treviso, classe 1929 [1928]
Partigiano Combattente - Brg. Paoli - Div. Sabatucci - Com.te di Distaccamento
Medaglia d'Argento al Valor Militare
Caduto il 22 marzo 1945, a Trevignano
Circondato con il proprio reparto, dopo strenua resistenza, rimaneva ucciso nel tentativo di rompere l'accerchiamento
Operaio - 3. elementare     (Fregonese)


Ulteriori informazioni tratte dal foglio matricolare
Bottacin Ugo, matricola 56390 quater, Distretto di Treviso
Figlio di Giovanni e di Ronchi Ester; nato il 4 febbraio 1928 a Treviso
«Considerato come arruolato nell’Esercito per aver fatto parte dal 1.10.944 al 22.3.945 alla Formazione Partigiana W. Paoli (Brigata) in località Treviso assumendo la qualifica gerarchica di Comandante Distaccamento dal 5.2.945 al 22.3.945.
22 marzo 945 Deceduto in combattimento a Trevignano (Treviso) disp. min 529080/1a.
22 marzo 945 Cessa di essere considerato come arruolato nell’Esercito per cessazione dal servizio di partigiano».

La morte di Ugo Bottacin nel racconto del nipote Giovanni (Gianni)
«Sono usciti per rompere l’accerchiamento. I tedeschi hanno tirato una bomba a mano. Franceschetti credo sia morto subito, mio zio è rimasto amputato a una gamba. Da solo si è levata la cinghia dai pantaloni e se l’è legata sul moncone. Era vivo quando i tedeschi hanno detto ai contadini: “Se ci dite… ” … perché avendo rotto l’accerchiamento mio papà [Luciano Bottacin “Friz”] con gli altri era riuscito a scappare.
I tedeschi hanno detto ai contadini: “O ci dite dove sono scappati, sennò noi lo lasciamo là”. L’hanno lasciato là a morire dissanguato». File audio 17070201, 09:22 — 09:55

La morte di Ugo per dissanguamento è confermata anche da Bruna Fregonese:
«Quando fu restaurato il Mausoleo [1994] e le bare furono momentaneamente sistemate fuori, Luciano cercò i resti mortali di suo fratello, era stato sepolto con la cinghia alla gamba messa per fermargli l'emorragia. Era stato colpito ad un piede e morì dissanguato». (Cfr. Marina Anastasio, I quaderni di Nicola Paoli ..., p. 101, nota). 


Veglia funebre per il partigiano Ugo Bottacin "Bocia" nella caserma Colombo di Treviso.
In primo piano a destra il compagno di lotta Mario Fabio "Boia", dei GAP di Treviso.

La medaglia d'argento di Ugo Bottacin


                 
        
                 Medaglia d'argento al
               Valor Militare, partigiano
                Ugo Bottacin

             - Repubblica italiana - 
Repubblica Italiana,
medaglia d'argento al valor militare,
partigiano Ugo Bottacin,
(Archivio privato fam. Luciano Bottacin,
partigiano "Friz", fratello di Ugo) 

Motivazione 


Bottacin Ugo
di Giovanni
[...]
Alla memoria - Quindicenne combattente della libertà ripetutamente distintosi durante tutta la campagna per entusiastica fede, ardita iniziativa ed intrepido coraggio, nel corso di una dura azione si attardava assieme al suo comandante e ad altri tre partigiani per coprire la ritirata del grosso della formazione. Lottava per ore, esempio a tutti per decisione e per tenacia. Rotto l'accerchiamento si ritirava per ultimo e, nel tentativo di fare da scudo al suo comandante, cadeva colpito a morte. Sollecitava, allora, i compagni a porsi in salvo per proseguire la lotta e spirava sul campo dando a tutti i combattenti ed ai giovani in particolare, nobile esempio di fede nella Patria e di dedizione al dovere.

Trevignano (TV), 21 marzo 1945
Decreto 2 febbraio 1952 - G.U. 35/53



Domanda di iscrizione all'ANPI del diciassettenne caduto partigiano Ugo Bottacin,
firmata da suo padre Giovanni il 27.11. 1945.
(Archivio Istresco, b. 47)

La scheda di Ugo Bottacin nell'elenco dei caduti della divisione Sabatucci.
(Aistresco, ID 359, n. inv. 024, fondo Resistenza,

 fasc. "Divisione Garibaldi F. Sabatucci - Elenco caduti (feriti compresi)")

Trascrizione

«Bottacin Ugo di Giovanni, nato a Treviso il 4 febbraio 1928. Domicilio a Treviso. Caduto il 22 Marzo 1945.
Fatto d'arme: In data 21 Marzo, in seguito a delazione di una spia, il comando della brigata "Wladimiro Paoli" - dislocato in località Zapparè di Trev.[ignano] - viene circondato da rilevanti forze tedesche; ingaggia un violento combattimento che si protae per dieci ore. Verso le quattro del mattino cade mentre con una pattuglia stà tentando di aprire un varco nel cerchio nemico».

La bandiera della brigata garibaldina intitolata al
partigiano Ugo Bottacin "Bocia". (Archivio Luigi Pagotto "Romi") 

Il ricordo di Ugo Bottacin nel vecchio mausoleo dei partigiani al cimitero di San Lazzaro.
(Archivio privato Anna Maria Moro)


Copertina del libro edito nel 2005 
dal comune di Trevignano 
Un'accurata e documentata analisi sull'origine e sulla modalità dello scontro di Trevignano (TV), località Zapparè, avvenuto nella notte 21/22 marzo 1945 fra partigiani e tedeschi e il conseguente eccidio di dieci civili del luogo si può trovare nel volume "Trevignano 1945,  I fatti della Liberazione", edito dal comune di Trevignano nel 2005.

A questo volume ha fatto seguito nel 2018 un ulteriore approfondimento a cura di Primo Durigon e Tiziano Sovernigo con prefazione di Lucio De Bortoli, il quale mette in risalto la nefasta - e mai adeguatamente sottolineata - opera di delazione che portò alla scoperta dei partigiani [1].
«L'origine della strage nacque da una serie di delazioni dettate dall'ignoranza, dal fanatismo, non scevre dalla cupidigia, che seguirono, di bocca in bocca, un tragico percorso fino al famigerato comando delle SS insediato in Villa Morassutti a Montebelluna», ribadiscono Durigon e Sovernigo [2].
Primo Durigon, Tiziano Sovernigo
I dieci martiri di Zapparè,
ediz. Zanetti Montebelluna, 2018.

Il fatto d'arme, più spesso definito "battaglia" [3], vista l'intensità dello scontro, durò dalla sera del 21 marzo fin verso le 4 del giorno successivo. Alla fine restarono sul terreno fra i partigiani due morti (Ugo Bottacin e Felice Franceschetti) e tre o quattro feriti (Trevignano 1945 ..., pp. 24, 25) [4] e fra i tedeschi 2 morti e cinque feriti, di cui uno grave (Idem, p. 23) [5].
La rappresaglia tedesca fu feroce: dieci civili della borgata, rei di aver ospitato i partigiani, vennero fucilati al muro del campo sportivo di Montebelluna. Furono inoltre date alle fiamme sei case della borgata.
(Sentenza C.A.S. n. 63/45 del 23.8.1945, cfr. p. 119 di "I dieci martiri di Zapparè").

Note

[1] P. Durigon, T. Sovernigo, I dieci martiri di Zapparè... , pp. 8-9.
[2] Idem, p. 17
[3]Cfr. il discorso del parroco di Trevignano il 22 luglio 1945, in occasione della posa di una lapide - nell'atrio del municipio di Trevignano - in memoria dei dieci civili di Zapparè fucilati (Trevignano 1945 ... p. 57) e - per la memorialistica partigiana: "La battaglia di Trevignano" su I patrioti della Marca (settimanale dell'Anpi), 28.11.1946, Bruna Fregonese, Le Carte di Bruna, p. 68 e 91, intervista ad Attilio Scardala, (Bizzi, La Resistenza nel Trevigiano, 8, p. 144). Usano il temine battaglia e ne sottolineano la durezza anche due testimoni oculari:
«Intanto, la battaglia tra tedeschi e partigiani era diventata furibonda; si sparava da tutte le parti, le pallottole fischiavano paurosamente». (Trevignano 1945, I fatti della Liberazione, pp. 69-70, Gino Durigon di Giuseppe)
«Iniziò il finimondo … la sparatoria fu subito intensa … i partigiani presero le armi e dalle finestre delle case risposero al fuoco. Fuoco che arrivava da nord, da est e da ovest, di intensità maggiore era proprio quello che proveniva da quest’ultima direzione, mitragliatrici e mortai … La battaglia proseguì ancora qualche ora con piccoli intervalli di calma ... Nonostante il fuoco dei partigiani ormai inesistente i tedeschi non si fidavano ad entrare nelle abitazioni». (Idem, pp. 79-80, Ugo Durigon di Primo)
[4] I partigiani feriti (che per Bruna Fregonese furono due: "Bel" e "il Russo") vennero trasportati a Treviso con la cavalla bianca e la carrozza del vetturino Fantin di Sant'Antonino, padre dei fratelli partigiani Silvio "Dardo" - comandante della brigata Wladimiro Paoli [Aistresco, b 10, ID 126 "Organico delle Brigate del Mandamento di Treviso"] - e Luciano "Fuego". Per la precisione furono condotti in zona Ca' Foncello nella casa dei gemelli Vanin (Corrado e Vettore, entrambi della brigata Bavaresco, e il primo - col nome di battaglia "Sparviero" - suo comandante). A  curare i due feriti fu la mamma dei Vanin, Corona. (Le carte di Bruna, pp. 68-69).
In realtà i partigiani feriti furono di più, compreso il loro comandante Attilio Scardala "Ugo Marino". Inoltre, secondo una testimonianza resa il 29 gennaio 2005 da Luciano Bottacin (Durigon, Sovernigo, 2018, pp. 111-114), nel corso dei rastrellamenti delle brigate nere che i giorni successivi setacciarono le campagne nei dintorni spacciandosi per partigiani, vennero catturati e uccisi altri due patrioti feriti nella notte di Zapparè e nascosti in zona, in case di contadini. Di essi si conoscono solo i nomi di battaglia: "Rio" un sottufficiale tedesco passato ai partigiani e sul quale pendeva un grossa taglia, e "Topolino" (Durigon - Sovernigo, cit. p. 114). Sull'uccisione di questi uomini la versione del comandante Scardala è diversa: sarebbero stati uccisi da partigiani incontrollabili, una squadra di Spresiano comandata da "Balilla": «Costui era un ragazzo di ferro, tremendo. Non riceveva ordini da nessuno». (Bizzi, cit., p. 143 - Testimonianza dell'8 novembre 1975)
Riguardo alla ferita del comandante (rimasto sordo a causa dello scoppio di un proiettile a distanza ravvicinata) e alla sua cura e guarigione, così la ricorda Scardala in un’ intervista a Ives Bizzi: «La cara amica Fantin è venuta con il marito che aveva una carrozza di servizio piazza. Mi hanno preso e mi hanno portato nella zona di Dionisio Maschio [Monastier] e lì sono venuti i medici a curarmi. E' venuto l'otorinolaringoiatra Zuccardi Merli, noto antifascista di Treviso e nostro simpatizzante, il quale, quando mi ha visto, mi ha abbracciato». (Bizzi, cit., p. 149)
[5] Sul numero di morti tedeschi, Federico Maistrello nella sua scheda dell'Atlante delle stragi naziste [episodio di Montebelluna, 22.3.1945], propende per un morto oltre a un numero indefinito di feriti.
Sui fatti di Trevignano, con un'impostazione decisamente antipartigiana, cfr. Antonio Serena, I Fantasmi del Cansiglio, pp. 89-100.





Via Ugo Bottacin, partigiano diciassettenne ucciso dai tedeschi 
a Trevignano nella notte fra il 21 e il 22 marzo 1945.
Al centro la targa dedicata a un altro noto partigiano: il comandante Primo Visentin "Masaccio".
Sulla dx la tabella che indica l'inizio del territorio comunale di Treviso
sulla strada proveniente da Casier. (Foto: 14 novembre 2016)

6 marzo 1991 - Il comune di Treviso (sindaco Vittorino Pavan) comunica all'ANPI
l'avvenuta intitolazione di una strada al partigiano Ugo Bottacin, medaglia argento al V.M.
(Archivio privato fam. Luciano Bottacin, partigiano "Friz", fratello di Ugo)

Ringrazio Giovanni (Gianni) Bottacin - in foto - figlio del partigiano 
Luciano "Friz" e nipote del partigiano Ugo "Bocia" per avermi concesso
di consultare e riprodurre documenti dell'archivio di famiglia.


- (Pagina dedicata al partigiano Ugo Bottacin)

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