sabato 12 novembre 2016

Enos Busatto, 1922-1945

Enos Busatto, partigiano di Giustizia e Libertà
ucciso dai fascisti a San Giuseppe di Treviso il 16 marzo 1945. 

(Foto nel monumento ai caduti partigiani di Treviso).
Busatto Enos di Luigi, Treviso, classe 1925
Partigiano Combattente - Brg. Gobbato - Gr. Brigate G.L.
Caduto il 16 marzo 1945, a Treviso
[...]      (Elio Fregonese, 1997)





Atto di morte, stato civile comune di Treviso (partic.)



«Il giorno sedici del mese di Marzo dell'anno millenovecentoquarantacinque / XXIII EF
alle ore ventidue nella casa N° 52 in Strada Noalese è morto Busatto Enos,
di anni diciannove, studente, 
di razza ariana, residente in Treviso,
che era nato in Mel (Belluno) da Luigi, pensionato residente in Treviso
e da Traldi Laura Clotilde, casalinga residente in Treviso, e che era celibe».



Atto di morte di Enos Busatto, parrocchia di San Giuseppe (TV) - parroco mons. Francesco Tonolo.
Enos fu sepolto nel cimitero di Canizzano
da dove fu traslato nel mausoleo dei partigiani nel novembre 1946.


Morte del partigiano Enos Busatto -- 
Tra una ferita alla mano con una roncola, una al pollice con i cocci di bottiglia
 e una contusione al gluteo, il Gazzettino registra anche la morte di Enos Busatto.

Ulteriori informazioni tratte dal foglio matricolare
Busatto Enos, classe di leva 1925, matricola 38611, Distretto di Treviso (28)
Figlio di Luigi e di Traldi Laura, nato l'8 ottobre 1925 a Mel (BL)
28.6.1942  Visita di leva: statura m. 1,68 - torace m. 0,86
Studente - Titolo di studio: 2a Magistrale superiore
Residente a Treviso, Frazione San Giuseppe, Via Noalese 32.
6 marzo 1944 «Chiamato alle armi e giunto [...] nel Btg. 2° dell’Aviazione Nazionale Repubblicana di Piacenza».
«Deceduto nel Comune di Treviso il g. 16 marzo 1945 (giusto certificato di morte del Comune di Treviso , il 26.11.1946)».

Dall'aviazione fascista Enos disertò alla prima occasione. Già nell'aprile del 1944 il suo compaesano Aldo D'Arsiè dichiara infatti - nella sua domanda di iscrizione all'ANPI - che Busatto era attivo nella Resistenza.




La dichiarazione di Aldo D'Arsiè sull'attività partigiana di Enos Busatto da aprile ad agosto del 1944.
«Recupero ed occultamento armi in zona e fuori,
la squadra di San Giuseppe coglie nuovi proseliti della libertà, giovani, ma in gamba;
tra i quali capeggia Busatto Enos tragicamente caduto il 16 Marzo 1945.
3 volte sabotaggio cavi telefonici strada Noalese presso Aeroporto».
(Aistresco, b.47, fondo Anpi, fasc. Domande di iscrizione ANPI)

* * *
Tra i fascisti della RSI non erano solo le brigate nere ad avere una lunga consuetudine con il resoconto falsificato delle loro azioni [1]. Anche la GNR non si sottraeva a questa collaudata prassi.
Il rapporto sulla morte di Enos Busatto, ventitreenne diplomato maestro elementare di San Giuseppe (TV), stilato dal tenente della guardia nazionale repubblicana Mario Galvagni è, al riguardo, esemplare, fin dall'intestazione: «Uccisione di Busatto Enos di Luigi, da parte di militari tedeschi».
Una versione che per i familiari (e il buon senso) è spudoratamente falsa.

Enos Busatto partigiano: rapporto della Guardia nazionale repubblicana (GNR) di Treviso sulla sua uccisione - 
(Aistresco, b 15, fondo RSI, fasc. Raccolta relazioni sull'attività ribellistica
redatte dal comando provinciale della G.N.R., s.fasc.
Relazioni GNR dicembre 1944 - gennaio 1945).

Trascrizione
COMPAGNIA TERRITORIALE DELLA G.N.R
PLOTONE COMANDO
N. 82/16 di prot.                                                      Treviso, lì 17/3/1945/XXIII°

OGGETTO: Uccisione di Busatto Enos di Luigi, da parte di militari tedeschi
AL COMANDO GENERALE DELLA G.N.R. (Ser. Politico) P.D.C. 707
AL COMANDO GENERALE DELLA G.N.R. (Ser. Istituto) P.D.C. 707
ALL’ISPETTORATO REGIONALE VENETO G.N.R  VERONA
ALLA PREFETTURA REPUBBLICANA DI TREVISO
ALLA PROCURA DI STATO TREVISO
AL PLAZTKOMMANDANTUR Treviso
Al 622° Comando provinciale della G.N.R Treviso
Al 29° Comando militare provinciale Treviso
Alla compagnia territoriale della G.N.R Treviso

Ore 20 del 16 andante due militari tedeschi, regolarmente equipaggiati che ritiensi diretti Padova, rimasti sconosciuti, entravano nell’osteria di BUSATTO Enos di Luigi cl. 1923 sita in S. Giuseppe di Treviso N. 52 col pretesto di essere alloggiati.
Dopo circa due ore rimasto il Busatto con i soli tedeschi veniva da questi ucciso con un colpo di fucile alla testa rapinandolo poi di due biciclette da uomo, dell’orologio da polso e del portafogli contenente lire ottomila e documenti personali.
IL TENENTE COMANDANTE IL PLOTONE
(Mario Galvagni)
Abbiamo voluto riascoltare - dopo aver rintracciato questo documento - il parere di Antonio Busatto [2], classe 1935, fratello minore di Enos.
Intervista del 13 novembre 2015 nell’abitazione di Busatto a San Giuseppe di Treviso. File 15111302.


Antonio Busatto, dopo aver letto il documento dell’archivio Istresco:

Antonio Busatto fratello del partigiano Enos
ucciso dai fascisti il 16 marzo 1945
a San Giuseppe di Treviso.
«Io a questa roba qua non ci credo assolutamente. Perché a quell’epoca c’era il coprifuoco alla sera e le osterie bisognava chiuderle a una certa ora… otto, otto e mezza - nove. E noi eravamo sfollati in una famiglia di contadini, non tanto distante. Perché qua di notte venivano e sparavano sui balconi, cercavano mio fratello.
Lui ha ritenuto più opportuno nascondersi qua, perché diceva “sono più sicuro”. Sotto le botti, c’erano queste tavole con della sabbia sottile sopra, che se sentiva rumori o qualche sparatoria lui si metteva sotto, e là non lo trovavano. Perché era nascosto sotto le botti. Nessuno poteva immaginare, e neanche si vedeva [il nascondiglio]. Quindi, se lui ha aperto l’osteria, bisogna che sia stata gente che conosceva. Sono stati trovati tre calici sul banco, con mezzo bicchiere di vino e quindi sicuramente era gente che lui conosceva. Sennò non gli apriva, perché sapeva che era [ricercato]…
- Non potevano essere due tedeschi […].
No, no… puoi immaginarti! No no, assolutamente
- Anche perché l’osteria era chiusa.
Chiusa perché c’era il coprifuoco, ma anche perché noi andavamo via proprio, perché di notte avevano sparato più di una volta, sui balconi.
- Prima del fatto.
Sì. … Eh, avevamo una certa paura!
01:43 - Ma questa benedetta persona con cui era assieme, aveva un nome o no?
Sì.
- Si può dirlo? Spengo il registratore.
Eh no, non si può … anche perché, io ho parlato con questa persona e gli ho detto: “Sta attento: dormi a letto assieme (perché avevano un letto assieme, grande) siete amici da sempre, come fai a dire che quella volta hai sempre dormito senza sentire un colpo di moschetto?”
Gliel’ho detto chiaramente. “Non penso - gli ho detto - che tu sia complice di quelli, perché l’amicizia che avevate era grande, penso che tu abbia avuto paura, giustamente, e che se andavi fuori ti ammazzavano anche te”. Questo ho pensato e gliel’ho detto chiaramente.
- E lui cosa ha detto?
“Io no, io no…”, piangeva “non ho sentito niente”, e continuava a dire che lui è stato a letto, che aveva sonno.
Hai dormito tutta una notte e non vedi uno che si alza…
- E impossibile.
Lui ha avuto paura, penso. Penso quello.
Enos Busatto, partigiano di San Giuseppe,
ricordato sul settimanale dell'Anpi
La Nuova Strada. (13.3.1947)
02:56 - Per curiosità, era di San Giuseppe o di fuori?
Di San Giuseppe.
- Quindi [Enos] aveva un gruppetto di amici, di compagni partigiani.
Non che fosse partigiano, quell’altro. Mio fratello sì, sicuramente; ma l’altro no, non lo era, però erano come fratelli.
- Ma come ha fatto ad aprire, suo fratello!
Ha aperto perché erano persone che conosceva, sicuramente è così. Perché era braccato. È scappato dal Pio X.
- Eh, mi ha detto.
In piazza Duomo gli correvano dietro, gli sparavano dietro col mitra. A me l’hanno detto i fratelli Crosato, che avevano l’officina, e l’hanno visto che andava via zigzagando, in mezzo ai colpi di mitra.
- Dove avevano l’officina i fratelli Crosato?
Prima di iniziare la salita del Duomo da Porta Calvi, sulla sinistra: era un’officina di biciclette, meccanico di biciclette.
Loro avevano visto e mi hanno raccontato il fatto … che dopo è andato sotto il portico del vescovado e là è riuscito a scappare».


Note


[1] Per restare nella pianura attorno al capoluogo della Marca basti ricordare la notte di fuoco fra il 3 e il 4 ottobre 1944 a Sambughè. Alla ricerca del partigiano Gino Simionato “Falco”, le BB.NN. di Treviso comandate da Bruno e Massimo Cappellin accerchiarono e perquisirono il centro del paese uccidendo Giovanni e Giuseppe Favretto, "ambedue fedelissimi fascisti", di cui uno - Giuseppe - era un milite della GNR di servizio presso la residenza del sottosegretario di stato per l’esercito Carlo Emanuele Basile, a Preganziol.
Del duplice omicidio il settimanale fascista Audacia scrisse che era stato opera di “una banda di criminali" indossanti sì "la divisa fascista", ma in realtà "partigiani".
Sull’episodio di Sambughè:
- Maistrello, XX Brigata Nera… , pp. 102-103.
- Relazione del parroco don Pellegrino Agnoletto in Cronistorie di guerra… , pp. 1542-1543. Nel DVD allegato al volume sono riportate anche le cronache de Il Gazzettino e di Audacia, oltre alla dichiarazione - "in seguito a desiderio espresso dal Sig. Podestà di Preganziol" - di Giuseppe Schlitz, che in quella notte si trovava di servizio a Villa Rota sul Terraglio (ora Villa Park Napoleon), da dove partì la spedizione delle brigate nere a caccia del Falco.
[2] Un primo racconto di Antonio Busatto sulla morte del fratello l’avevamo già registrato e messo in rete.



San Giuseppe di Treviso la trattoria di famiglia in cui venne ucciso
dai fascisti il partigiano Enos Busatto, nella notte del 16 marzo 1945.




- (Pagina dedicata al partigiano Enos Busatto)

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