sabato 16 dicembre 2017

Antonio Avallone, 1917-1945

Italo Buttazzoni, Giuseppe Mestriner,
Antonio Avallone, Libero Mion,
Umberto Caldato e Luigi Fantin
fanno parte con Giovanni Gobbo
e Wladimiro Benvenuto (qui non citati)
degli 
otto partigiani fucilati a Villorba.
La lista prosegue con i 
nove partigiani
caduti a Quinto, sulla strada Noalese.
I due gruppi (Villorba e strada Noalese)
furono uccisi rispettivamente
all'alba e nel primo pomeriggio del 29 aprile 1945.
Giulio De Zuliani era stato ucciso il
giorno precedente a Mogliano.
(La Vita del Popolo, 30 aprile 1945).
Antonio Avallone, nato a Cava de’ Tirreni il 2 aprile 1917 venne fucilato dalle SS in fuga a Villorba all'alba del 29 aprile 1945, assieme alla squadra dei partigiani partiti nel pomeriggio del 27 aprile da Porto di Fiera. Pastaio nella vita civile, Avallone era in servizio al Comando del Presidio di Treviso nei giorni dell'armistizio dell’8 settembre 1943.
Dalle poche informazioni di sola fonte archivistica che abbiamo recuperato, nell’aprile del 1945 Avallone risultava abitante a Santa Bona Nuova, con tutta probabilità nel gruppo delle case popolari di via Bindoni, dove vivevano i Benvenuto il cui capofamiglia Guido esercitava la sua stessa professione di pastaio. E proprio con Wladimiro Benvenuto, uno dei figli di Guido, Antonio Avallone sarà fucilato al muro del cimitero di Villorba.
Pur essendo residente a Treviso, il suo nome non è presente nel monumento di San Lazzaro, a differenza di quello di Consolato Laganà, altro militare meridionale che dopo l’8 settembre si era stabilito a Treviso e che morirà da partigiano nei giorni dell’insurrezione.  
Il nome di Avallone non compare neanche nell'unico articolo pubblicato dalla stampa locale sui fucilati di Villorba, e neppure nel cippo che gli abitanti di Fiera eressero all’ingresso del cimitero del paese (dove invece è inciso il nome di Ugo Benvenuto, che però non venne fucilato a Villorba ma fu colpito a morte nei pressi della fonderia, a Santa Maria del Rovere).
In compenso il nome di Avallone è ricordato in entrambe le lapidi che il comune di Villorba ha voluto dedicare ai partigiani caduti nel suo territorio: nel lato nord del muro del cimitero e all'entrata della sede Municipale, a Carità.


I quindici partigiani uccisi nel territorio del comune di Villorba:
Valentino Rossi, Bruno Pivetta, Angelo Secco, Giovanni Lomedico,
Bruno Zanatta, Domenico Paritario, Pietro Lazzarina, Wladimiro Benvenuto,
Libero Mion, Luigi Mestriner, Umberto Caldato, Italo Buttazzoni,
Luigi Fantin, Giovanni Gobbo, Antonio Avallone.
Lapide posta all’ingresso della sede municipale, a Carità.
 

Antonio Avallone, il partigiano della provincia di Salerno fucilato a Villorba
il 29 aprile 1945 dalle SS, è ricordato nella lapide affissa dal comune
nel luogo della fucilazione, lungo il muro del cimitero del paese, lato nord.

Notizie dal foglio matricolare
Avallone Antonio, classe di leva 1917, matricola 3666, Distretto di Salerno (39)
Figlio di Vincenzo e di Abate Maria, nato il 2 aprile 1917 a Cava de’ Tirreni, residente in Corso Umberto 1°.
Visita di leva 15 novembre [1939, anno illeggibile] «Deve rispondere alla chiamata alle armi dei militari arruolati con la leva sui nati nel 2° e 3° quadrimestre della classe 1919.
Assegnato ai servizi sedentari per debole costituzione (art. 18 elenco B)».
Statura m. 1,67 - torace m. 0,84
Professione: pastaio - Titolo di studio: 3a elementare
18 marzo 1940 Chiamato alle armi e giunto nel 55° Reggimento Fanteria a Treviso.
9 agosto 1940 Aggregato alla Batteria Deposito 14° Artiglieria.
18 settembre 1941 Trattenuto alle armi a senso del foglio d’ordini del Ministero della Guerra N. 179 del 1941.
24 maggio 1942 Aggregato al Comando Presidio Militare di Treviso.
8 settembre 1943 Sbandatosi per eventi bellici.
29 aprile 1945 «Deceduto - fucilato dai Tedeschi - nel Comune di Villorba (pag. n. 4244/2/13 del 15.11.1949 dell’Ass. Naz. Part. d’Italia - Com. Prov. Treviso)».

“Parificato a Salerno il 12.5.1950”


Atto di nascita di Antonio Avallone (2 aprile 1917),
partigiano di Cava de' Tirreni: dal documento risulta che
Avallone era sposato con Eugenia Viviani dal 27 giugno 1940.

Il tribunale di Treviso autorizza il Comune di Villorba alla tardiva iscrizione della morte
del p
artigiano Antonio Avallone, nato a Cava de' Tirreni (1917),
pastaio a Santa Bona Nuova TV (1945), fucilato dalle SS a Villorba TV il 29.4.1945.

Dopo la sepoltura nel cimitero di Villorba, la salma di Avallone verrà traslata nel 1948 a Salerno, dove il 19 dicembre l'ANPI organizzerà le onoranze funebri collettive dei diciotto partigiani di Salerno caduti nella resistenza al nazi-fascismo.

19.12.1948 - Le onoranze funebri per i diciotto caduti partigiani di Salerno,
fra cui Antonio Avallone. (Foto g. c. dall'Anpi di Salerno)

Locandina della Mostra storico-fotografica organizzata nel 2012 per ricordare il ritorno a Salerno,
nel 1948, delle salme dei diciotto partigiani caduti per la libertà.

Un articolo del giornale cittadino sulla mostra storico-fotografica dedicata al "ritorno a casa" dei diciotto caduti partigiani di Salerno.

la Città di Salerno

Sei in: Archivio > la Citta di Salerno > 2012 > 04 > 19   > Archivio storico e Anpi, ...

Archivio storico e Anpi, omaggio ai partigiani

19 dicembre 1948: era domenica e Salerno accolse le salme di diciotto concittadini partigiani morti nella guerra di Liberazione. 21 aprile 2012: l'Archivio storico riannoda i fili di un racconto interrotto con una mostra dedicata a chi ha donato la propria vita per la libertà collettiva. Si intitola "Domani, giungeranno, 1948- Salerno, i partigiani caduti per la Libertà" l'esposizione che aprirà i battenti sabato alle 10 presso gli spazi dell'ex convento di San Lorenzo, in via Salvatore de Renzi. Una mostra didattica, che si rivolge alle nuove generazioni per tenere viva la memoria e per restituire il peso di una battaglia di lacrime e sangue in difesa della democrazia. Ma che guarda anche al passato, al recupero di una memoria preziosa ed ostinata. Come quella busta piena di vecchie foto da cui trae origine, in un percorso fortemente simbolico e suggestivo.
Quando nel 2010 fu riordinato l'archivio storico dell'Anpi di Salerno (associazione nazionale partigiani), i cui documenti avevano viaggiato per decenni attraverso tutta la Campania, tra i fascicoli fu rinvenuta una busta contenente vecchie foto che documentavano un funerale di partigiani. Gli scatti artigianali e in parte logorati dall'incuria del tempo furono messi da parte. Quelle immagini che avevano attraversato oltre un cinquantennio, portavano con sé informazioni, significati e interrogativi che reclamavano di riannodare i fili di un racconto interrotto - spiegano in una nota gli organizzatori - Solo un paziente lavoro di ricerca ha permesso di presentare la ricostruzione di quella domenica, quando Salerno accolse le salme di diciotto concittadini partigiani. Fondamentale, per restituire ad ogni nome la sua storia ed il suo contributo, il fondo Giuseppe Amarante, donato dai familiari all'Archivio storico. E così, dall'incontro fra i documenti dell'archivio comunale e la busta piena di vecchie foto dell'Anpi, è nata una esposizione che assorbe linfa vitale da una memoria storica da condividere. I nomi sono quelli di Nicola Monaco, Antonio Avallone, Alfonso Crescenzo, Francesco Casati, Edoardo Cucci, Giuseppe Dente, Alfonso Ferraioli, Salvatore Iannone, Ugo della Monica, Giovanni De Marco, Giovanni Marmo, Enrico Marchesano, Pasquale Parente, Vittorio Pellegrino, Ugo Stanzione, Giuseppe Trotta, Antonio Tramontano. C'è poi Ortensio Celano, ma la sua storia di liberazione non rientra nella memoria tramandata dall'ostinata busta di fotografie e Oreste De Cesare, l'unico partigiano di cui purtroppo non si sa nulla. La mostra resterà aperta fino al 25 maggio dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13, il martedì e giovedì dalle 16.30 alle 17.30. (b.c.)  © riproduzione riservata
19 aprile 2012 

(Ringrazio il dr. Ubaldo Baldi , presidente dell'Anpi di Salerno, per la documentazione fornitami).