sabato 12 novembre 2016

Amerigo Perini, 1910-1944

Perini Amerigo di Vittorio, Treviso, classe 1910
Partigiano Combattente - Brg. Negrin - Div. Sabatucci
Caduto la sera del 26 novembre 1944, in Calle delle Veste a Venezia (presso il Teatro La Fenice), dopo essere riuscito a disfarsi dei documenti che portava con sé. Al suo nome verrà intitolato un battaglione autonomo della Brg. Negrin. Medaglia d'Argento al Valor Militare.
Gestore di una osteria/trattoria - 5. elementare     



Motivazione della medaglia d'argento

Perini Amerigo
di Vittorio e fu Zannini Vittoria [...]
Ardente figura di combattente, fu tra i primi ad animare la lotta partigiana nella provincia trevigiana, distinguendosi per valore e spirito di iniziativa, in numerose azioni. Imprigionato una prima volta, riusciva arditamente ad evadere, tornando nuovamente alla sua rischiosa attività. Catturato nel corso di una importante missione, dopo essersi abilmente disfatto di documenti compromettenti, la sua formazione tentava coraggiosamente di disarmare i suoi avversari. Colpito mortalmente immolava la sua esistenza alla causa della libertà.

Treviso, settembre 1943 - 26 novembre 1944
Decreto 15 dicembre 1966 - D. U. 65/67


Ulteriori informazioni tratte dal foglio matricolare

Le notizie che ci fornisce il suo lungo curriculum illuminano in modo esemplare il percorso che ha portato Amerigo Perini — come tanti altri giovani la cui infanzia o adolescenza coincisero con l’avvento del fascismo — a passare dall’adesione, anche entusiastica, al regime (vedi la sua partecipazione come volontario in Spagna nel marzo 1939), al disincanto (dopo oltre due anni di una guerra che, fra l’altro, gli uccise anche un fratello), alla lotta contro il fascismo, che quella guerra aveva voluto.
Perini Amerigo, classe di leva 1910, matricola 29886, Distretto di Treviso (28).
Figlio di Vittorio e di Zanini Vittoria, nato il 3 marzo 1910 a Treviso.
22 novembre 1929  Visita di leva: statura m. 1,75 - torace m. 0,91.
Professione: meccanico - Titolo di studio: [...]
Residente (al momento del primo congedo 3.9.1932) a Treviso in via S. Leonardo 7.
Parte prima - Servizio di leva [sottotitoli del curatore]
9 aprile 1931 Chiamato alle armi e giunto nel 5° Rgt. Artiglieria di Montagna (Belluno).
24 ottobre 1931 Aggregato al Distaccamento provvisorio presso il 4° Reggimento Artiglieria Pesante in Terni.
7 dicembre 1931 Rientrato al Corpo.
3 settembre 1932 Mandato in congedo illimitato per fine ferma, con dichiarazione di “buona condotta e di aver servito con fedeltà e onore”.
Distinzioni e servizi speciali «Allievo Operai - Ottimo allievo armaiolo con p. 7.75/10».
5 dicembre 1932 Distretto Militare di Treviso, “Parificato”.
Parte seconda - Volontario in Spagna con le truppe fasciste
10 marzo 1939 «Volontario in servizio non isolato all’estero per tempo indeterminato nel 2° Reggimento Artiglieria Alpina Merano».
11 marzo 1939 «Volontario in servizio non isolato all’estero per tempo indeterminato nel 1° Gruppo Alpino».
19 marzo 1939 «Trasferito agli effetti matricolari al distretto militare di Napoli, perché partito».
25 marzo 1939 Sbarcato a Cadice ed al C.R. [Comando Reggimento] del C.T.V.
6 aprile 1939 Imbarcatosi per rimpatrio.
11 aprile 1939 Rimpatriato (sbarcato a Napoli) e rientrato al Distretto Militare di Napoli (Distaccamento Castellamare di Stabia).
30 aprile 1939 «Prosciolto dalla ferma volontaria indeterminata e mandato in congedo illimitato».
1 maggio 1939 «Tale nel Distretto Militare di Treviso».
26 Maggio 1940 Distretto Militare di Treviso, “Parificato”.
Parte terza - Seconda guerra mondiale
5 settembre 1939 Richiamato alle armi nel 5° Reggimento Artiglieria Alpina.
11 novembre 1939 Inviato in licenza straordinaria di gg. 30.
11 dicembre 1939 Rientrato al Corpo.
18 dicembre 1939 «Inviato in licenza straordinaria illimitata senza assegni ai sensi della circolare 52640 del 24.11.1930-XVIII».
31 marzo 1940 [...] iscritto nel fascicolo 115 della forza in congedo del Distretto Militare di Treviso.
4 giugno 1940 Richiamato alle armi ai sensi della Circ. n° 12700 del 16.5.1940 e giunto al 5° Reggimento Artiglieria Alpina.
23 giugno 1940 Giunto in territorio “dichiarato in istato di guerra”.
23 luglio 1940 Partito dal territorio “dichiarato in istato di guerra”.
21 ottobre 1940 Mandato in congedo ai sensi della Circ. 23280 del 9.10 [1940].
24 ottobre 1940 «Tale nel Distretto Militare di Treviso».
12 dicembre 1940 Distretto Militare di Treviso, “Parificato”.
5 febbraio 1941 «Richiamato alle armi e non giunto perché dispensato quale lavoratore industriale in Albania (Circ. 582/4 del 29/5/940)».
1 agosto 1941 «Richiamato alle armi e non giunto perché dispensato quale lavoratore industriale in Albania ... ».
27 gennaio 1942 Richiamato dal congedo illimitato e giunto al Deposito del 5° Reggimento Artiglieria Alpina in Belluno.+
27 gennaio 1942 Ricollocato in congedo illimitato (Circ. 40001 del 27.9.1941) per avere un fratello morto in guerra ed un altro alle armi.
31 marzo 1942 Distretto Militare di Treviso, “Parificato”.
3 maggio 1942 Ha risposto alla chiamata di controllo in tempo di guerra «indetta con circolare n° 275 giornale militare 1942-XX» al Distretto Militare di Treviso.
4 maggio 1942 Distretto Militare di Treviso, “Parificato”.
10 settembre 1942 «Richiamato alle armi non trovandosi più nelle condizioni volute dalla circ. 31900/53.1.6 del 21.5.42 giunto al deposito 5° Art. Alpina in Belluno».
15 settembre 1942 «Soldato scelto in detto».
15 ottobre 1942 «Caporale in detto ... ».
30 ottobre 1942 Ricoverato all’Ospedale Militare di Treviso.
3 novembre 1942 Riconosciuto idoneo ai soli servizi sedentari in modo permanente, Cap. 7 - all. B su giudizio del direttore del suddetto ospedale.
4 novembre 1942 Dimesso, rientrato al Corpo e ricollocato in congedo illimitato.
14 gennaio 1943 Distretto Militare di Treviso, “Parificato”.
Parte quarta - Guerra partigiana
«Ha fatto parte dal 1°-10-1943 al 26-11-1944 della Formazione Partigiana Brigata “Negrin” in località Treviso assumendo la qualifica gerarchica di Comandante Nucleo dal 1°-3-1944 al 30/4/1944 - Comandante Distaccamento dal 1°-5-1944 al 30/9/1944 e Comandante Battaglione del 1°/10/1944 al 26/11/1944.
Equiparato a tutti gli effetti (escluso il compimento degli obblighi di leva) per il servizio partigiano anzidetto, ai militari volontari che hanno operato con Unità regolari delle Forze Armate nella Lotta di Liberazione (D.L. 6/9/1946 n. 93)».
26 novembre 1944 Morto in Treviso. [sic]
24 luglio 1967 Distretto Militare di Treviso - Centro Documentale, “Parificato”.
Campagne, azioni di merito, decorazioni, ecc…
«Ha partecipato dal 1°-10-1943 al 26 11-1944 alle operazioni di guerra svoltesi in territorio nazionale (Zona Treviso) con la Brigata Partigiana “Negrin”».
«Riconosciutagli la qualifica di “Partigiano Combattente”, foglio n 71720 della Commissione Regionale Riconoscimento Qualifica Partigiani che hanno operato nel Veneto.
Campagna di guerra 1943
Campagna di guerra 1944

Amerigo Perini

- Agli albori della resistenza trevigiana


Origini della Resistenza trevigiana e veneta - 
Amerigo Perini è presente al primo incontro organizzativo della Resistenza trevigiana e veneta,
canonica di Bavaria di Nervesa, 7 ottobre 1943, parroco don Pasquale Roncato.
* Per "Tenente Berto Rizzo" di San Donà s'intende con tutta evidenza Attilio Rizzo.
(Da 
La seconda guerra mondiale e la resistenza nel trevigiano, Istresco - Fast, Treviso, 2006, p. 33)

- Partigiano in montagna



Nel luglio 1944: Amerigo Perini (partigiano della prima ora, presente alla riunione di Bavaria del 7.10.1943)
opera con i suoi uomini sui rilievi sopra Santa Maria di Quero (BL),alle pendici del Grappa.
Dichiarazione di Luigi Bovo nella domanda di iscrizione all'ANPI (16.4.1946) - (Aistresco, ID 545, n. inv. 045)

- Atto di Morte, Stato civile comune di Treviso


Amerigo Perini partigiano, particolare dell'atto di morte. (Venezia 26.11.1944).

Trascrizione
«Il giorno ventisei del mese di Novembre dell'anno [1944] alle ore diciotto e minuti quarantacinque nella pubblica via e precisamente nella Calle d. Veste a S. Marco è morto Perini Amerigo dell'età di anni trentaquattro, di razza ariana, residente a Treviso, impiegato, che era nato in Treviso da fu Vittorio [...] e da Zannini Vittoria [...] e che era coniugato con Buttaro Irma. Il nulla osta della locale Procura di Stato senza numero in data di ieri, munito del mio visto inserisco nel volume degli allegati a questo registro. Letto confermato e sottoscritto [...].
La presente copia, che è conforme all'originale, si trasmette all'Ufficiale dello stato civile del comune di Treviso per gli effetti di cui nell'articolo 149 ord. st. civ. 
Dal Municipio di Venezia li 2 Dicembre 1944 - XXIII».


L'uccisione di Amerigo Perini

1 - Nella cronaca del Gazzettino di Treviso
      Mercoledì 29 novembre 1944


Cronaca dell'uccisione a Venezia del partigiano di Treviso Amerigo Perini,
catturato mentre assisteva al Barbiere di Siviglia al teatro La Fenice.
(Gazzettino di Treviso, mercoledì 29 novembre 1944)

Trascrizione
Ex evaso ucciso mentre cerca
di sottrarsi all’arresto

L’altra sera alle ore 18,30 gli agenti della G.N.R. hanno riconosciuto,  al Teatro La Fenice, di Venezia, fra gli spettatori, un tale Perini Amerigo di Vittorio, di anni 34, da Treviso, della nostra città,  quale elemento ricercato da arrestare.
Il Perini, infatti, era stato tratto in arresto nel febbraio sorso perché appartenente a bande di ribelli e associato nelle carceri giudiziarie di Treviso. In seguito al bombardamento aereo del 7 aprile scorso, il predetto detenuto è evaso e da quel giorno è vissuto sempre alla macchia.
All’invito degli agenti della G.N.R. di esibire i propri documenti di riconoscimento, il Perini ha invece esibito una tessera falsa con fotografia a nome Berto Berti. Pertanto gli agenti lo hanno invitato a seguirli in ufficio.
Sennonché all’altezza di via XXII Marzo, il Perini ha tentato di darsi alla fuga dopo aver buttato nel Rio delle Veste il portafoglio ed altri documenti.
Gli agenti hanno fatto uso delle armi contro il fuggitivo, uccidendolo.
Ieri mattina la moglie del Perini si è presentata al Comando della G.N.R. di Venezia dichiarando che il marito era evaso e che era da lei sovvenzionato perché viveva alla macchia.


2 - Nel ricordo della nipote Doriana
Memoria scritta

«Sua moglie Irma di cui lui era molto innamorato (senza figli), gli chiese di portarla a vedere l'opera IL BARBIERE DI SIVIGLIA A VENEZIA e lui lo fece. Scese dal Montello con documenti falsi e prenotò un palco ma sotto il palco vide un "amico" partigiano e fascisti che giravano a caccia... Egli gli fece avere un biglietto di andarsene perché era nel mirino... invece fu proprio "quell'amico" a tradirlo che gli mandò i fascisti i quali gli intimarono di uscire ed egli capì che per lui era la fine. A testa alta uscì, si accese una sigaretta e chiese di lasciargliela finire poiché voleva arrivare al ponticello vicinissimo alla FENICE, dove gettò nell'acqua il libretto con i nomi dei suoi veri partigiani e così lo crivellarono con colpi di pistola».


Il luogo dell'uccisione
Calle e Ponte de le Veste, sull'omonimo Rio (che scorre dietro la Fenice) - Video 00:43



Teatro la Fenice: Locandina del 26 novembre 1944


Particolare della locandina di domenica 26 novembre 1944, Teatro La Fenice, Venezia.
(Fondazione Teatro La Fenice, Archivio Storico)
Amerigo Perini era nel teatro ad assistere al Barbiere di Siviglia con la moglie Irma Buttaro,
quando fu tradito da un suo ex compagno partigiano che lo segnalò ai militi della GNR.

Amerigo Perini, partigiano di Treviso: lapide in sua memoria al Ponte de le Veste, Venezia (dietro la Fenice)
Testo: «Qui la notte del ventisei novembre 1944 / Amerigo Perini / cadendo sotto il piombo fascista /
affrettava l'ora della liberazione de / l'Italia dai tiranni di dentro e di fuori /
Per sottoscrizione di popolo il Comune». (Foto: 20 giugno 2019)


Domenica 27 maggio 1945: commemorazione al cimitero maggiore di Treviso
Corriere Veneto (già Gazzettino), martedì 29 maggio 1945

Amerigo Perini, partigiano - Commemorazione solenne del ''martire Perini''
al cimitero maggiore di San Lazzaro, con la partecipazione delle nuove autorità di Treviso,
dei componenti del Comitato provinciale di Liberazione Nazionale
e di "una moltitudine" di volontari della libertà, compagni, amici e conoscenti.
(Corriere Veneto - già Gazzettino - martedì 29 maggio 1945)

Trascrizione

La commemorazione
del martire Perini



Alla memoria di Amerigo Perini trucidato da sicari fascisti a Venezia il 26 novembre dello scorso anno, è stato celebrato un commovente rito sulla tomba del martire al Camposanto maggiore di Treviso.

Il Perini, patriota di alta fede e di non comune coraggio, apparteneva ad una modesta famiglia della frazione di Sant’Ambrogio di Fiera. Alla cerimonia di domenica mattina sono intervenuti oltre i congiunti, le autorità, i componenti del Comitato provinciale di Liberazione Nazionale ed una moltitudine di volontari della libertà, di compagni, di amici e conoscenti dell’estinto.

Al cimitero, da parte della Federazione provinciale trevigiana del Partito comunista è stata deposta una corona di garofani rossi, mentre altre ghirlande venivano collocate sulle tombe di altri valorosi Caduti per la grande causa.
Due compagni di fede hanno rievocato la figura del Perini additandolo ad esempio della nostra gioventù. Fra gli intervenuti è stata raccolta una cospicua somma di denaro che sarà devoluta a favore delle famiglie povere di Fiera.


Necrologio su Il Lavoratore, settimanale della Federazione di Treviso del Partito Comunista Italiano (1 dicembre 1945)



Necrologio del partigiano Amerigo Perini nel primo anniversario della sua uccisione
pubblicato su Il Lavoratore, organo del PCI di Treviso, il 1° dicembre 1945.
Il settimanale, di cui è direttore Pietro Dal Pozzo, viene ancora pubblicato
con l'autorizzazione del P.W.B. (Psychological Warfare Branch).

Marzo 1946: l'uccisore di Amerigo Perini viene tradotto nelle carceri di Venezia
Gazzettino, cronaca di Treviso, venerdì 15 marzo 1946


Arrestato ad Avellino l' ex milite della GNR Antonio Del Guercio,
uccisore del partigiano Amerigo Perini.
 (Gazzettino, 
 cronaca di Treviso, venerdì 15 marzo 1946)

Trascrizione
L’uccisore del patriota Perini
tradotto a Venezia

Apprendiamo che è stato tradotto alle carceri di Venezia da quelle di Avellino, l’ex milite della g.n.r. Antonio Del Guercio, imputato di aver assassinato nella sera del 26 novembre 1944 il patriota trevigiano Amerigo Perini, mentre questi tentava di svincolarsi dagli sgherri nazifascisti che lo avevano arrestato al teatro «La Fenice».
Come si ricorderà il Perini, vistosi ormai perduto, tentava la fuga, ma dopo un breve tratto di strada veniva raggiunto da un colpo d’arma da fuoco che gli sarebbe stato sparato contro dal Del Guercio.
Il processo si svolgerà fra breve alla Sezione Speciale della Corte di Assise di Venezia.

Marzo 1947: la condanna degli uccisori di Amerigo Perini
Il Gazzettino, cronaca di Treviso, venerdì 7 marzo 1947

La sentenza contro i militi della GNR che uccisero Amerigo Perini.
(Il Gazzettino, cronaca di Treviso, venerdì 7 marzo 1947)

Trascrizione
La condanna degli assassini
del partigiano Perini

Dopo due udienze, alla Sez. Speciale d’Assise di Venezia, si è concluso il processo  a carico degli uccisori del partigiano Amerigo Perini della nostra città, il quale, nel pomeriggio del 26 novembre del 1944, al Ponte delle Veste, veniva spietatamente freddato a colpi d’arma da fuoco dall’ex sottufficiale della g.n.r.  Antonio Del Guercio e dai militi Lanciotto Morviducci e Giorgio Sterrantino, mentre tentava di liberarsi dal loro inseguimento.
La Corte veneziana, ritenuto colpevoli i tre imputati di concorso in omicidio volontario e il primo, inoltre, di collaborazione col tedesco invasore, ha condannato il Del Guercio a 20 anni ed otto mesi di reclusione e alla  confisca di un terzo del patrimonio (sei anni ed 11 mesi sono stati condonati), e gli altri due, ciascuno a sei anni e tre mesi di reclusione.





AMERIGO PERINI e l’opera di assistenza ai nostri prigionieri dopo l’8 Settembre
Rinascita, Organo del CLN di Treviso, n. 2 - 2 giugno 1945

L'attività antitedesca e l'opera di soccorso ai prigionieri italiani in transito alla stazione 
di Treviso del partigiano Amerigo Perini, dopo l' 8 settembre 1943.
(Rinascita, organo del Cln di Treviso - n.2 - 2.6.1945)
Trascrizione 

«Tornano i nostri soldati e lavoratori dalla barbara terra tedesca, con sui volti e sulle vesti i segni dolorosi dei patimenti e delle privazioni. Sono lunghe teorie di giovani e di uomini male in arnese, che stanchi e come assenti, in marcia da decine e decine di giorni, si avviano con la speranza di una casa e di una famiglia, verso paesi ancora lontani. Al vederli passare per le vie della città, il cuore ci si stringe come in una morsa d’acciaio, così che la sofferenza è addirittura fisica, oltreché morale.
Otto settembre 1943! e la visione tragica di quei giorni tremendi ci prende alla gola, con i paurosi ricordi dell’invasione teutonica e del riapparire del fascismo, di moltitudini di giovani inseguiti e imprigionati, di treni sigillati e urlanti, di paure e di terrori senza nome.
Per la Stazione Centrale [di Treviso] infatti, transitavano ogni giorno, diretti in Germania, numerosi treni formati di carri bestiame carichi di soldati sotto buona scorta di tedeschi armati fino ai denti. La cittadinanza - poca a dir il vero perché erano quelli giorni d terrore - assisteva muta ed impotente con la morte nel cuore, al passaggio di tali convogli; ma l’anima generosa di Treviso, trovava allora la sua più genuina e sincera espressione in un valoroso quanto umile figlio del popolo: Amerigo Perini, il quale, coadiuvato da alcuni pochi animosi, iniziava subito tutta un’opera di soccorso  e di assistenza per i fratelli oppressi. Profuse in un primo tempo del suo: quindi, aumentando ogni giorno i bisogni, vennero organizzate subito da lui e dai compagni sottoscrizioni clandestine e raccolte di generi alimentari, alle quali la popolazione contribuì generosamente. Il Perini e la sua squadra fecero in quegli oscuri giorni di settembre veri e propri miracoli di abnegazione e di sacrificio. Non si muovevano quasi più dalla Stazione Centrale per paura di mancare al passaggio di qualche treno: in seguito piantarono un vero e proprio deposito di generi e di frutta in un carro merci messo a disposizione dalla Ferrovia.
Quanti aiuti e generi di conforto furono prodigati in quei giorni? Quanti ne salvarono il Perini e la sua squadra? Quante volte sfidarono la morte, per mano delle implacabili e terribili S.S. tedesche di scorta ai convogli? Nessuno lo saprà mai esattamente, perché il ritmo febbrile della vita, in quei giorni, non permetteva annotazioni di sorta: e l’amore dal quale i protagonisti erano mossi, era davvero senza misura! Certo gli aiuti furono incalcolabili e in molti casi decisero della vita di tante povere creature, in balia di vere e proprie belve in sembiante umano: anche il numero dei soldati, sottratti ai tedeschi e messi in salvo in quei giorni, si può far salire a qualche centinaio. Uno fra i tanti sistemi adottati, consisteva nel far svenire i prigionieri con un pugno al ventre, richiedendo quindi a gran voce il loro immediato trasporto all’Ospedale Civile per le cure del caso.
Una lettiga a tale scopo era sempre pronta con i relativi portatori. Appena fuori della Stazione, fattolo rinvenire, il prigioniero veniva fornito di vestito borghese e di mezzi finanziari che gli consentivano e facilitavano la fuga. Per la storia, più di una volta il vestito veniva dato da qualche ferroviere, che in mutandine doveva attendere in luogo sicuro, l’arrivo di un nuovo vestito da casa. Ancora per la storia, e per la verità, al passaggio di ogni treno, gli svenuti e i morenti entro i carri stipati, erano in gran numero ed anche per questi il Perini e compagni provvedevano del loro meglio per farli ricoverare all’ospedale.
Questa la storia di quei tragici giorni, allorquando in tutti pesava l’incubo mortale di un’occupazione tedesca e di una rinascita del pestifero regime fascista, e con esse l’inizio dei più gravi e fatali mali alla Patria.
Il Perini poi, dedicatosi anima e corpo al movimento partigiano veniva ucciso dai “briganti neri” la sera del 26 novembre 1944 a Venezia, la sciando in tutta la cittadinanza, senza distinzione di parte, un ricordo sublime di umanità e di patriottismo.
Alla di Lui memoria domenica scorsa, sono state tributate da parte della cittadinanza con a capo le maggiori Autorità, solenni onoranze.
Sulla sua tomba, al Cimitero Comunale Maggiore, sono state deposte grandi corone di fiori, e sono state pronunciate brevi, commosse parole da parte dei compagni di fede e di lotta».

Ricordando... Amerigo Perini


Amerigo Perini, partigiano ucciso dai 
fascisti a Venezia il 26.11.1944
Ricordato dal settimanale
dei partigiani veneti La nuova Strada 
a 3 anni dalla morte



Trascrizione articolo
«Nel luglio 1943, quando cadde il fascismo, fu tra i primi nella lotta per la liberazione del Paese.
Conseguenza del suo fiero atteggiamento di antifascista fu il suo arresto avvenuto, dopo l'8 settembre 1943, ad opera del tedesco invasore e dei servitori fascisti.
Nell'aprile 1944, durante il terribile bombardamento di Treviso, Amerigo Perini riuscì a fuggire dal carcere dal quale, assieme ad altri compagni di detenzione, si avviò verso la montagna dove altri partigiani avevano già organizzato i loro nuclei.
Tra le sue azioni più brillanti è da ricordare quella compiuta nell'ottobre '44 a Caerano S. Marco, dove venne inviato in missione. Imbattutosi in una squadra di brigate nere, capitanata da un tale Cesaris di Treviso, Amerigo veniva fermato. Con mossa fulminea, Amerigo riusciva a disarmare il comandante della banda e tenendo a bada, con l'arma catturata, gli altri banditi, riusciva ad allontanarsi. 
Successivamente si portò a Quero Vas (Belluno) dove prese il comando di un reparto di partigiani coi quali disturbò a lungo le azioni del nemico, fino a che si spostò verso il Grappa. Accerchiato da forze preponderanti durante un rastrellamento di quella zona, riusciva ancora una volta a sganciarsi insieme ai suoi uomini che condusse, armati, nuovamente in pianura. 
Preso contatto con le varie formazioni Garibaldine del Montello, organizza il movimento nella zona stessa. 
Attivamente ricercato dalle polizie tedesche e fascista, Perini venne consigliato a spostarsi a Venezia.
Poche ore dopo il suo arrivo a Venezia, il 26 novembre 1944, Amerigo veniva riconosciuto ed arrestato. Durante il tragitto dal luogo dell'arresto al corpo di guardia, Amerigo tentava la fuga, ma fu fatto segno a colpi di arma da fuoco da parte dei traditori fascisti che l'avevano arrestato e ucciso.
Prima di morire, Perini riusciva a liberarsi degli importanti documenti che aveva addosso gettandoli in acqua. 
I compagni di lotta che lo ricordano come uno tra i più audaci e valorosi, commemorano oggi il terzo anniversario della sua morte e lo additano agli italiani quale esempio di amore per quella libertà e per quella giustizia per cui Amerigo offrì la sua generosa esistenza».
La Nuova Strada, settimanale dei partigiani e dei patrioti veneti, 27.11.1947 

L'osteria "Martire Perini" di Treviso

Osterie trevigiane di Treviso - 
Dei compagni, avventori dell'osteria ''Martire Perini'' 
- il partigiano di Treviso Amerigo Perini ucciso a Venezia - 
sostengono con 1.105 lire la sottoscrizione 
pro ''Lavoratore'' (settimanale del PCI di Treviso) - 8 .12. 1945.

Il partigiano comunista Amerigo Perini, questo “valoroso quanto umile figlio del popolo” gestiva un locale in centro a Treviso, in vicolo Filodrammatici [1].
Lo veniamo a sapere da un paio di sentenze della Corte di Assise Straordinaria di Treviso. La prima è la numero 48/45 del 20 luglio 1945 contro il legionario della "Compagnia della Morte" Giuseppe Gatto nato a Treviso nel 1909. A pagina 112 della trascrizione messa online dall'Istresco vi si legge: «La teste Bovo Maria dichiara di essere stata per un mese in Federazione e di aver udito dire dal Gatto a certo Molina che bisognava chiudere l'osteria di tale Perini perché era un covo di antifascisti».
La seconda è la 29/46 del 29 aprile 1946 contro Alessandro Cesari, nato a Cagliari nel 1902, squadrista, marcia su Roma, sciarpa littoria, iscritto al Partito Fascista Repubblicano, sergente della G.N.R. in provincia di Treviso.
In un passo della sentenza, che ricostruisce un noto episodio di cui fu protagonista Perini [online, p. 348], si legge che il sergente Cesari, il 31 maggio 1944 «si trovava, in borghese, assieme ad altre due o tre persone nell’osteria di Pozzobon in Caerano San Marco allorquando entrò nell’esercizio in compagnia di altri quattro amici (Bettiol Ettore, Voltarel Giuseppe, Marchiol Alfredo e Tamai Bruno) il partigiano, ora defunto, Perini Amerigo che passò presto in un’altra sala dello stesso esercizio. [...] Cesari, che conosceva il Perini Amerigo perché frequentava il suo esercizio di osteria in Treviso, appena lo vide entrare nel locale del Pozzobon [...] fingendosigli amico, lo salutò con le parole: “Come va con il nostro comunista, sempre uccel di bosco?”. “E continuerò a esserlo perché ci vorrà del tempo prima che mi prendano”», gli rispose Amerigo.
Subito dopo questo scambio di battute Cesari si recò in un vicino reparto della RSI di stanza a Posmon di Montebelluna (TV) e, «fattosi dare due tre uomini, ritornò nell’osteria dove, con la pistola spianata, impose ai cinque individui di alzare le mani; ma il Perini, approfittando di un momento favorevole, aggredì il caporalmaggiore Gilardini, gli strappò di mano l’arma che impugnava e quindi si diede alla fuga per una porta secondaria».
Grande fu lo scorno del sergente fascista per essersi lasciato sfuggire il partigiano, tanto che una volta ritornato in caserma a Treviso confidò: «Il Perini mi credeva un antifascista, ma ormai può star sicuro che se lo incontro non mi succederà più quanto è successo, perché gli sparerò addosso immediatamente». Passeranno sei mesi, e sarà proprio una pattuglia della G.N.R. a uccidere il partigiano Perini a Venezia, presso il Ponte de le Veste.

[1] - Per il luogo in cui si trovava l'osteria/trattoria di Perini, cfr. Rinascita, settimanale del CLNP di Treviso, n. 8, 24 febbraio 1946, p. 4: "Contributo di ristoranti e trattorie per le cucine popolari comunali"; nell'elenco figurano i «successori Perini Amerigo - Trattoria in Vicolo Filodrammatici».



Amerigo Perini, partigiano ucciso a Venezia il 26.11.1944:
il suo ricordo nel mausoleo dei partigiani di Treviso.

                                                                                  


Memorie di famiglia
«La sera prima dell'uccisione di Perini Amerigo, mio zio Armando che a quell'epoca aveva circa 10 anni,  in bicicletta da Venezia tornava a casa a Treviso. Lui faceva la staffetta, fu fermato dai fascisti che gli mostrarono una foto di Amerigo e gli chiesero se lo conosceva. Mio zio, ovviamente, negò assolutamente di conoscerlo, ma intuì subito che stava succedendo qualcosa. Appena arrivato a casa raccontò immediatamente ciò che gli era successo. Il giorno dopo seppero dell'uccisione di Amerigo. Purtroppo... fu troppo tardi!!». (Vanessa Perini)


«Mi chiamo Giorgia e Le scrivo da Padova per porgerLe i ringraziamenti miei e della mia famiglia per le informazioni che ha voluto pubblicare su Amerigo Perini.
Amerigo era il fratello di mia nonna Natalina Perini, spesso da bambina avevo sentito parlare di lui, mia nonna conservava una foto che è tra quelle che Lei ha pubblicato. Mia madre è nata pochi anni dopo la sua morte e precisamente nel 1948, ricorda ancora bene quanto al tempo si parlasse di lui in casa.
L’emozione nel trovare informazioni del tanto compianto Amerigo è stata grande, ormai quello che sapevamo di lui era ridotto a pochi ricordi tramandati e personalmente più volte avevo cercato di conoscere qualcosa in più della sua storia». (Giorgia Ceron, Emanuela Vettorazzo)




5 commenti:

  1. Egregio signor Camillo Pavan, sono la nipote di AMERIGO PERINI, mi chiamo Doriana e desidero ringraziarLa per l'impegno che si e'preso nel narrare la storia del nostro EROE!!! L'impresa, di certo non Le sara' stata facile e questo Le rende infinito onore, cosa molto rara di questi tempi!!! RingraziandoLa di cuore mi consenta un abbraccio. Doriana Vettorazzo.

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    1. Considero un dovere civico preservare la memoria di uno dei padri della nostra libertà e far in modo che dietro un nome inciso nel marmo ci sia anche un po' della sua vita.

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  2. ILLUSTRE SIGNOR PAVAN, ANCORA LA RINGRAZIO DI ONORARE CON LA SUA PENNA MIO ZIO AMERIGO NELLA RICERCA DI MEMORIA STORICA CON DOVIZIA DI PARTICOLARI PER NON DIMENTICARE CHI HA DATO LA VITA PER LA NOSTRA PATRIA!!! VORREI TANTO POTERLE FORNIRE ULTERIORI PARTICOLARI CHE MIA MADRE (SORELLA DI AMERIGO) MI RACCONTAVA MA PURTROPPO L'ETA' RAPISCE ANCHE LA MEMORIA


    ILLUSTRE SIGNOR ANTONIO PAVAN, SONO DORIANA VETTORAZZO DI PADOVA E ANCORA LA RINGRAZIO DI ONORARE MIO ZIO AMERIGO PERINI CON LA SUA PENNA NELLA RICERCA DI MEMORIA STORICA CON DOVIZIA DI PARTICOLARI PER NON DIMENTICARE CHI HA DATO LA VITA PER LA NOSTRA PATRIA!!! VORREI TANTO POTERLE FORNIRE ULTERIORI PARTICOLARI CHE MIA MADRE (SORELLA DI AMERIGO) MI NARRAVA MA PURTROPPO L'ETA' RAPISCE ANCHE LA MEMORUA (HO 82 ANNI) MA.. CIO' CHE NON DIMENTICO E' L'ANIMA GENEROSA, LA LEALTA', L'ONESTA' INTELLETTUALE, IL CORAGGIO, L'UMILTA', LA CORDIALITA', LA SIMPATIA E TANTO ALTRO CHE LO CONTRADDISTINGUEVANO. IO, ERO LA SUA NIPOTINA PREDILETTA POICHE' ERO L'UNICA CHE NON ABITAVA A TREVISO MA A PADOVA E HO UN VIVO RICORDO DEL SUO AMORE PER ME, DELLE SUE COCCOLE E DONI CHE RICEVEVO QUANDO MI VEDEVA, INFATTI MI CHIAMAVA: LA MIA PRINCIPESSA!! MA NELLA MIA MENTE HO ANCHE IL RICORDO PIU' DOLOROSO QUANDO PER L'ULTIMA VOLTA LO VIDI DENTRO LA BARA E SEMBRAVA MI SORRIDESSE COME FACEVA SEMPRE ANCHE CON LA SUA TENEREZZA NEL VEDERMI. GENTILMENTE LE CHIEDO SE POTRA' FARMI SAPERE QUANDO USCIRA' IL SUO PREZIOSO LIBRO PER POTERLO ACQUISTARE. CON RICONOSCENZA E STIMA LA SALUTO E ANCORA RINGRAZIO. DORUANA VETTORAZZO



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  3. SIGNOR PAVAN, IN PRIMIS MI SCUSO PER AVER SCRITTO ANTONIO ANZICHE' CAMILLO E POI PER AVERLE INVIATO UNA PRIMA PARTE INCOMPLETA DEL MIO MESSAGGIO MA NON STO BENE DA QUANDO HO PERDUTO MIO FIGLIIO DI SOLI 23 ANNI, INOLTRE CON LA TECNOLOGIA HO PROBLEMI DI APPLICAZIONE POICHE' LA MIA MENTE E' MOLTO CONFUSA A CAUSA DEI TANTI SEDATIVI CHE DA ANNI INGOIO

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    1. Non si preoccupi, gentile signora Doriana: qualche svista è cosa connaturata al mezzo tecnologico che usiamo.
      La ringrazio molto per il suo appassionato ricordo di Amerigo e per la commovente immagine dello zio che, dentro la bara, pareva sorridesse per l'ultima volta alla sua amata principessa.
      Riguardo al libro - quando e "se" uscirà - sarà mia cura avvertirla.
      Grazie ancora per avermi scritto, e auguri per la sua salute, messa a dura prova da una perdita tanto grave.
      Camillo

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