mercoledì 29 gennaio 2020

La Resistenza secondo Google. Partigiani? Tutti assassini!

Criminalizzazione della Resistenza - 
Ecco cosa capita eseguendo delle ricerche sui partigiani con il più diffuso motore di ricerca.

1 - Ricerca ''partigiani''

Ricerca ''partigiani'' effettuata con Google su Firefox.
(Acquisizione a schermo intero 14112016 085700)

2 - Ricerca "partigiani uccisi"
Risultati della ricerca generica "partigiani uccisi", effettuata con Google
e browser Chrome. Screenshot del 29 ottobre 2016.
L'unico accenno positivo alla Resistenza 
è presente grazie a un annuncio a pagamento (nell'ultima riga in basso).

3 - Ricerche correlate a "partigiani uccisi in veneto"

Browser Chrome con Google: ricerche correlate a "partigiani uccisi in veneto".
(Acquisizione a schermo intero 29102016 195014)

4 - Ricerche correlate a "partigiani uccisi in comune di treviso"


Ricerca ''partigiani uccisi a Treviso''  con Chrome su Google
(Acquisizione a schermo intero 29102016 190227)


Leggo su Guida di ricerca Google che le “previsioni di ricerca”  non sono «risposte alla tua ricerca e non sono affermazioni di altri utenti o di Google», ma si basano - oltre che sulle ricerche effettuate in precedenza - sulle «ricerche degli altri utenti, incluse le notizie di tendenza Di tendenza. Le notizie di tendenza sono argomenti in voga nella tua zona ….».
Dal che si deduce che - relativamente al 1944-1945 - gli argomenti in voga a Treviso e un po’ dappertutto in Italia fra gli utenti di Google sono omicidi, violenze sessuali, massacri, stragi e orrori commessi dai partigiani.
Ora, io non ho nessuna difficoltà ad ammettere che, come in tutte le aggregazioni umane, anche fra i partigiani ci siano stati dei delinquenti. Ma proprio tutti?
Forse è più probabile che - visto che Google esclude ogni responsabilità del suo raffinato algoritmo - continuino ad esserci a Treviso e in Italia una gran quantità di persone (amanti del maestro di Predappio e dei suoi discepoli) che, abilmente, fanno prendere al sunnominato algoritmo la direzione da loro voluta.
Pertanto, come  tentativo artigianale di “guerriglia cibernetica” (tanto per restare in tema),  ho messo in rete queste pagine. Vediamo cosa succederà… non sia mai che si possa scoprire che anche fra i partigiani ci fu qualcuno che venne torturato e ucciso.
Certo che quando ci si trova a combattere con un blogghetto come il mio contro la potenza di fuoco di decine di blog, pagine Facebook e siti nazionali titolati con “stragi partigiane” “giustiziati 1945” “martiri fascisti”, senza contare Wikipedia che viene abilmente usata come forza d’urto in merito, o l’ineffabile Giornale.it che così invita alla lettura di un libro di Giampaolo Pansa: Esecuzioni, torture, stupri Le crudeltà dei partigiani (http://www.ilgiornale.it/news/cultura/esecuzioni-torture-stupri-crudelt-dei-partigiani-paura-e-844311.html) la speranza di raddrizzare un po’ il modo di funzionare dell’intelligenza artificiale googliana è persa in partenza.

(Testo scritto da Camillo Pavan il 29.11.2016)

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