sabato 24 febbraio 2018

Nuovo mausoleo dei partigiani di Treviso: 25 aprile 1994, l'inaugurazione nella cronaca dei due giornali cittadini

Lo sciatto articolo della Tribuna di Treviso sul 25 Aprile 1994 e il "restauro" del mausoleo.
Nella foto si riconoscono: terzo da sinistra, mentre legge il discorso, Elio Fregonese, partigiano 
e fondatore dell'Istresco; quarto, con la caratteristica barba: Ermanno Paon, il perito edile
che curò la costruzione del mausoleo progettato dall'architetto Giuseppe Davanzo.
(Ringrazio Diego Agnoletto per l'identificazione)

Il nuovo mausoleo del 1994 fu inaugurato sotto la pioggia, come quello del 1946.
Ma è questo l’unico elemento che accomuna le due inaugurazioni. Perché, mentre nel 1946 la cerimonia fu celebrata unitariamente (l’Anpi era ancora l’unica associazione dei partigiani e i neoeletti deputati alla Costituente lavoravano a gettare le basi della nuova repubblica democratica), nel 1994 l’Italia era spaccata in due dopo la vittoria alle elezioni politiche (27-28 marzo) della coalizione di centro destra di cui facevano parte a pieno titolo oltre a Forza Italia e Lega Nord anche i postfascisti di  Alleanza Nazionale, il partito diretto da Gianfranco Fini che ancora considerava Mussolini il più grande statista del XX secolo, su questo in piena sintonia con il suo mentore Silvio Berlusconi.
A Treviso le preoccupazioni, le tensioni e le divisioni che si vivevano nel paese per l’imminente ingresso al governo della destra, il cui eco era ampliato dal grande corteo antifascista del 25 aprile in programma a Milano, sfiorano appena la redattrice della Tribuna, Tina Ruggeri, che nella cronaca della giornata — ben riassunta dal titolo “A ciascuno la sua Liberazione” —  scrive che «sinistra, destra, centro, qualche fascista nuovo e vecchio, partigiani e patriotti, tutti insieme, hanno ricordato la Festa della Liberazione».  I fascisti, o meglio “quelli dell’altra parte” «hanno onorato il loro [sic!]  25 Aprile senza clamori e quasi di nascosto, deponendo una corona d’alloro […] in piazza Vittoria con la scritta “Ai caduti per la patria 1943-1945 in segno di pacificazione”», mentre «la Treviso ufficiale ha invece celebrato la Festa della Liberazione con il solito tono e il solito rituale, fra picchetti d’onore, Messa al campo e discorsi ufficiali in Piazza dei Signori».
Al nuovo Mausoleo la Tribuna riserva - oltre alla foto - poche righe e piuttosto confuse: «È stato inaugurato ieri mattina il Mausoleo di San Lazzaro dedicato, super partes, a tutti i caduti della guerra di liberazione. Un monumento per il cui restauro [sic!] sono stati spesi 120 milioni [di lire] ma che proprio per il suo voler essere al di sopra delle parti aveva, lo scorso anno, creato qualche dissidio fra le associazioni combattentistiche». [Quali parti, quali associazioni, la cronista dimentica di specificare].


Il 25 aprile 1994, per il Gazzettino. Più spazio a una manifestazione di partito
della nuova coalizione di centrodestra che a quella unitaria antifascista.
E soprattutto: "riconciliazione nazionale" e "no alle contrapposizioni"

parole d'ordine che mirano in realtà a un'impossibile equiparazione fra i partigiani e
i fascisti della Repubblica Sociale voluta dall'occupante nazista.

In compenso nel Gazzettino di Treviso, nella cui impaginazione la cerimonia del 25 aprile occupa meno spazio di quello riservato alla celebrazione di San Marco da parte della Lega, Giorgio Maresio correttamente scrive che è stato «inaugurato il nuovo mausoleo dei Partigiani nel cimitero di San Lazzaro». Ma altro non scrive, e nel contempo l’occhio del lettore batte sulle tre colonne riservate da Bruno De Donà agli esuli dell’Istria e alle loro rivendicazioni di un possibile ritorno nelle terre che dovettero abbandonare nel ’47. Accostamento piuttosto impervio, ma segno dei tempi.


Gazzettino 26.4.1994. Tre righe dedicate al mausoleo dei partigiani,
tre colonne dedicate all'ipotesi di un posibile ritorno degli esuli istriani
nelle terre che furono costretti ad abbandonare nel 1947.

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