Cognome e nome
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Data di nascita
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Data di morte
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Luogo di morte
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Titolo di studio
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Professione **
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1926.03.24
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1945.04.18
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Treviso
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Elementare, 5.
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Aggiustatore FS
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1922.07.05
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1945.03.05
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Germania
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Laurea HC Medic.
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Studente univ
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1921.07.23
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1945.04.20
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Istrana
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Commerc. inf. 3.
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Impiegato
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1920.08.30
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1945.04.29
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Ponzano V.to
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Istit tecnico ind
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Disegnatore
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1923.09.04
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1945.04.29
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Treviso
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Elementare, 5.
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Falegname
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1925.02.01
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1945.04.29
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Villorba
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Industriale, 1
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Radiotecnico
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1922.03.31
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1944.09.21
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Crespano Grap
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Istituto tecnico
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Studente
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1922.12.15
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1945.03.15
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Germania, Melk
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Laurea HC Medic.
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Studente univ
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1911.10.06
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1945.04.29
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Quinto di TV
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Istituto tecnico
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Impieg. banca
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1920.12.23
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1945.05.07
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Treviso
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Istit magistrale
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Studente univ
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1928.02.04
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1945.03.22
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Trevignano
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Elementare, 3.
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Commesso
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1918.08.20
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1943.09.15
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Treviso
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Laurea HC Medic.
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Studente Dentista
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1925.10.08
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1945.03.16
|
Treviso
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Istit magistrale
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Studente
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1925.12.11
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1945.04.29
|
Villorba
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Liceo classico
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Studente
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1920.10.11
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1945.04.29
|
Villorba
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Elementare, 5.
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Falegname
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1925.10.22
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1945.04.18
|
Treviso
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Elementare, 5.
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Operaio
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1916.12.08
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1945.03.15
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Valbondione BG
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Elementare, 8.
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Idraulico Lattoniere
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1917.01.18
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1944.11.11
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Roncade
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Elementare, 5.
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Cementista
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1869.11.20
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1944.10.15
|
Treviso
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-
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Ortolano pens
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1906.05.13
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1945.04.04
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Biancade
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Elementare, 5.
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Muratore
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1924.05.19
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1945.04.16
|
Treviso
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Elementare, 5.
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Fattorino
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1923.10.07
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1945.04.29
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Quinto di TV
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Elementare, 5.
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Meccanico
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1921.12.08
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1945.04.05
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Quinto di TV
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Commerc. inf. 3.
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Manovale FS
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1914.08.03
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1945.04.12
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Treviso
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Elementare, 4.
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Orologiaio
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1905.01.01
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1945.04.30
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Treviso
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[Istituto tecnico] |
Maresciallo Es.
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1924.10.05
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1945.04.29
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Quinto di TV
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Elementare, 5.
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Mugnaio
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1922.05.03
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1945.04.28
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Mogliano
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Laurea HC Giuris.
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Studente univ
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1921.03.08
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1945.04.29
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Villorba
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Elementare, 5.
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Facchino
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1925.05.03
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1944.11.16
|
Treviso
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Elementare, 5.
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Fiorista
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1921.08.19
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1945.03.22
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Trevignano
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Elementare, 5.
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Carabiniere
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1919.10.31
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1945.04.29
|
Treviso
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Elementare, 3.
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Falegname
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1897.04.21
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1945.04.28
|
Treviso
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Elementare, 2.
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Domestica
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1922.08.11
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1945.04.29
|
Villorba
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Elementare, 5.
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Tappezziere
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1921.03.24
|
1945.04.29
|
Treviso
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Industriale inf., 3.
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Radiomontat
|
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1925.03.03
|
1944.09.25
|
Pederobba
|
-
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Operaio
|
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1924.01.04
|
1944.10.23
|
San Fior
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Elementare, 5.
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Operaio
|
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1928.02.16
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1945.01.26
|
Pieve di Teco IM
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Avviam. prof., 2.
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Studente
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1906.01.24
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1944.11.11
|
Roncade
|
Elementare, 5.
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Pescivendolo
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1929.02.02
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1945.05.18
|
Treviso
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Elementare, 5.
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Operaio
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1892.10.15
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1944.10.28
|
Treviso
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Elementare, 5.
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Fruttivendola
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1927.09.20
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1945.04.29
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S. Marco di Resana
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Liceo classico, 3.
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Studente
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1907.12.16
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1945.04.29
|
Villorba
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Elementare, 3.
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Barcaro
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1922.06.04
|
1945.04.29
|
Villorba
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Elementare, 5.
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Elettricista
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1923.06.12
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1944.08.03
|
Treviso
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Elementare, 4.
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Macellaio
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1923.01.01
|
1945.04.25
|
Treviso
|
Elementare, 5.
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Impiegato
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1926.02.12
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1944.09.09
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Piombino Dese
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Elementare, 5.
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Commesso
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1910.03.03
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1944.11.26
|
Venezia
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Elementare, 5.
|
Oste
|
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1927.12.14
|
1945.04.29
|
Treviso
|
Liceo classico, 3.
|
Studente
|
|
1915.09.05
|
1945.02.09
|
Treviso
|
Elementare, 5.
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Verificatore FS
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1922.04.07
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1945.04.29
|
Quinto di TV
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Laurea Giuris.
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Neolaureato
|
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1910.09.16
|
1944.08.03
|
Treviso
|
Elementare, 5.
|
Oste
|
|
1923.03.18
|
1945.04.18
|
Treviso
|
Elementare, 4.
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Contadino fittavolo
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1922.01.28
|
1945.04.18
|
Treviso
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Elementare, 5
|
Operaio
|
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1923.03.05
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1944.08.29
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Trichiana BL
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Elementare, 5
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Operaio
|
|
1923.08.16
|
1945.03.05
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Gorgo Montic
|
Elementare, 5
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Operaio
|
|
1914.03.08
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1945.04.22
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Treviso
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Ist. tec. commerc
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Ufficiale Es.
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* Nel caso di ferita che provocò la morte, è indicato il luogo del ferimento.
** Per la professione, nei casi dubbi, viene indicata quella segnata nell'atto di morte stilato dal Comune.
** Per la professione, nei casi dubbi, viene indicata quella segnata nell'atto di morte stilato dal Comune.
Queste pagine sono state utilizzate principalmente come deposito di materiale di ricerca "grezzo" — recuperato da archivi, bibliografia, giornali e (rare) testimonianze orali — relativo a ciascuno dei cinquantasei partigiani morti durante la Resistenza in territorio nazionale e ricordati nel monumento di Treviso, cimitero di San Lazzaro.
Se presenti, sono stati inseriti anche brani delle Cronistorie di guerra... 1939-1945 [...] dei parroci della diocesi di Treviso, volume edito nel 2015 dall'Istresco in collaborazione con la San Liberale e curato da Erika Lorenzon, che ringrazio particolarmente per avermi messo a disposizione l'impaginato definitivo.
Monumenti partigiani -
Architetto Giuseppe Davanzo, 1994. (Foto 10.7.2015)Treviso, mausoleo dei caduti partigiani, cimitero di San Lazzaro. |
Mausoleo dei partigiani - I caduti partigiani del comune di Treviso. Monumento nel cimitero di San Lazzaro (architetto Giuseppe Davanzo, 1994). |
PS - Mausoleo o monumento? Quello di San Lazzaro ufficialmente è un "mausoleo", perché vi sono conservate le spoglie di gran parte dei 56 partigiani ricordati e perché così è definito nell'iscrizione alla base dell'opera.
Nella parlata corrente viene comunque chiamato "monumento".
Nella parlata corrente viene comunque chiamato "monumento".
Ricerca iniziata il 26 ottobre 2016 e conclusa il 10 maggio 2020
Camillo Pavan il 25 aprile 2017
al mausoleo dei partigiani di Treviso.
(Foto di Diego Agnoletto)
(Video del 26 marzo 2020 - Durata 14:34)
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Trascrizione
«Volevo parlare di come sono arrivato a questa ricerca sui caduti partigiani del comune di Treviso, iniziata ormai quattro anni fa circa, il cui spunto iniziale è stata la visita al cimitero di Treviso dove c’è il monumento ai partigiani, che mi era stato indicato da Luciano De Vecchi fratello del caduto partigiano Rino, mentre facevo il libretto sui caduti di via Noalese. Luciano mi disse: “Conosci il monumento di Treviso?” “No” “Vai a vederlo, perché è molto bello!”.
00:43 Sono andato a vederlo e, infatti, meritava. Meritava soprattutto per questo elenco dei caduti, fucilati, combattendo … elenco che si susseguiva senza altre frasi retoriche.
A questo punto mi son detto: “Chi erano? Come sono morti”. Questi erano gli interrogativi e le esigenze che mi hanno spinto a fare questa ricerca.
Ho messo i nomi in ordine alfabetico, [come sono] nel monumento. Andiamo a vederne qualcuno. La prima persona da cui sono andato [per trovare informazioni] è stato un familiare di Italo Buttazzoni. Una sua nipote, la quale non vuole che dica il suo nome, e io non lo dico, ma è stata molto gentile, mi ha procurato questa bella fotografia, mi ha raccontato alcune cose che rendono il clima di quale fosse la situazione in famiglia dopo la morte di Italo. Fra l’altro suo fratello, l’avvocato Bruno Buttazzoni, quando [finita la guerra] è andato a confermare l’atto di morte al comune di Villorba e ha visto che era ancora scritto nel modulo “Italo Buttazzoni, di razza [ariana]” … lì proprio vedi che il dottore in legge ha fatto cancellare “razza [ariana]” e ha messo “cittadino italiano”… piccolo particolare! Mi ha dato queste fotografie e quindi qualcosa ho avuto.
02:27 In linea di massima come ho proceduto, se non trovavo i testimoni? Prima di tutto mettevo una scheda tratta [dal libro] di Elio Fregonese [I caduti trevigiani nella guerra di liberazione 1943-1945, sec. edizione, Istresco, 1997], che adesso - per fortuna - è stato messo online da Diego Agnoletto, quindi è facilmente consultabile da tutti.
Poi sono andato all’archivio di stato [di Treviso] a consultare i fogli matricolari, con non poche difficoltà, perché il direttore [in un primo momento] ha detto: “Posso darti solo quelli dei nati prima del 1915”. Gli ho detto: “Ma guarda che questi sono morti almeno settant’anni fa, nel 1945, quindi nessuna normativa archivistica lo prevede” … Comunque alla fine mi ha lasciato consultarli.
A proposito di archivi militari, un altro importante archivio sarebbe il CEDOC (Centro Documentale) “Sportello dell’Esercito al servizio degli italiani”, dice … peccato che non ti lasciano vederlo. Ho scritto, anche tramite l’Istresco, con il timbro dell’Istresco - e Gianpier Nicoletti ne sa qualcosa - ma neppure si sono degnati di rispondermi, ho rimandato un’email e non hanno risposto, volevo scrivere al Ministero della Difesa ma non ho trovato l’email … se qualcuno ce l’ha... Allora ho lasciato perdere.
Comunque: per primo il documento di Elio Fregonese, poi il Foglio matricolare, poi la motivazione - come in questo caso - della decorazione (medaglia di bronzo), poi l’Atto di morte — anche qui, ho avuto alcune difficoltà, ma in linea di massima [gli uffici anagrafe dei Comuni] sono stati molto gentili, in particolare, in questo caso, il comune di Villorba è stato velocissimo. È importantissimo l’Atto di morte perché fuga ogni dubbio sia rispetto ai nomi (perché alle volte anche sul monumento sono non corretti), sia del punto esatto in cui le persone sono morte, sia dell’ora - approssimativa ma realistica - e tante altre informazioni ufficiali.
04:37 Altre due persone mi hanno aiutato, una è venuta addirittura a casa mia. Sono i parenti di Giancarlo Antonio Brambullo (in questo caso è l’ing. Giancarlo Pranovi) che mi ha parlato a lungo di suo zio (fratello della mamma) e sono riuscito a ricostruire una piccola biografia, di cui sono soddisfatto. Mi ha dato anche tantissime fotografie; e questo avrei voluto farlo per tutti. Ma questi sono casi molto, molto rari. Fra l’altro Giancarlo Brambullo è stato il primo a morire, a essere ucciso dai tedeschi, poco dopo l’8 settembre 1943, il 15 settembre, appena riaperta la Federazione Fascista Repubblicana di Treviso. Ed è interessante l’articolo del Gazzettino che mi ha portato l’ing. Pranovi con l’ordine del comando tedesco emesso immediatamente dopo la morte di Brambullo, che fu ucciso in uno scontro a fuoco con i tedeschi. Lo leggo: “ Si avverte che se fatti del genere si ripetono il Comando Tedesco sarà costretto a passare per le armi dieci cittadini italiani per ciascun soldato tedesco scelti fra i prossimi congiunti del colpevole”.
In questo caso non era stato ucciso nessun tedesco, fu ucciso solo il partigiano, anzi, il patriota, perché allora non è che ci fosse ancora un’organizzazione partigiana. Il patriota Brambullo, figlio di un medico dentista, il dr. Ampelio Brambullo, che avevo lo studio proprio nel centro cittadino. Questo per dire come non fosse una questione di classe sociale, un po’ tutto il popolo, diciamo, una parte minoritaria ma di tutte le classi sociali si ribellò contro l’occupazione tedesca dapprima e poi contro i fascisti.
06:49 Un’altra persona che mi aiutò è stata il dottor Fabrizio Galeotti, nei confronti di Giorgio Merenda, un ragazzino, figlio di un ufficiale superiore dell’esercito, che frequentava il collegio Pio X - una famiglia quindi, diciamo, borghese - e anche lui lottò contro i tedeschi, partecipò alla Resistenza. Non è vero quindi che la Resistenza fosse solo comunista, come si vede nei “social” famosi … io non sono iscritto, ma vedo i commenti “i comunisti di qua, i comunisti di là”, no, questo [Giorgio Merenda] era un cattolico. Ringrazio molto il dr. Galeotti che mi ha procurato il materiale. Anche in questo caso sono riuscito a ricostruire un po’ - più che la biografia del giovane Giorgio - la biografia della famiglia. Giorgio Merenda fu ucciso a San Marco di Resana, c’è la lapide. Sono andato sul posto; una delle cose che ho fatto è stata di andare sul posto per rendermi conto dove questi ragazzi, questi giovani patrioti e partigiani hanno visto per l’ultimo istante la vita.
Il materiale del dr. Galeotti mi ha permesso di scrivere su un altro mio blog, Treviso 1945 - Liberazione, una pagina che ho titolato così: “La Resistenza di una famiglia della borghesia trevigiana”.
08:18 Ma l’incontro forse più commovente che ho avuto è stato quello con Lucia Benvenuto, sorella di Ugo e Vladimiro Benvenuto, due icone dei partigiani comunisti di Treviso. Anche il padre era un partigiano e un perseguitato politico di Treviso.
Lo schema è il solito: prima metto le notizie di Elio Fregonese, poi quelle tratte dal Foglio matricolare, poi quelle dell’archivio dell’Istresco, poi l’Atto di morte, fotografie tratte da varie parti, il “santino funebre”, che non sempre si trova - anzi, è piuttosto raro trovare - però è significativo. Nel caso specifico dice “si immolava per un’Italia migliore il compagno Benvenuto Ugo” e “il compagno Benvenuto Wladimiro”, c’era l’orgoglio del partito, ovviamente. La medaglia di bronzo; anche le medaglie non è che sia facile trovarle, sia di bronzo che d’argento. La via - sempre andare sul posto - la via Fratelli Benvenuto si trova lungo [ai lati] della restera del Sile.
In particolare, parlando con la sorella Lucia, classe 1931, sono riuscito a ricostruire un po’ la storia di questa famiglia Benvenuto. Famiglia proletaria, che abitava non a caso in case popolari poste all’epoca nei borghi lontani dal centro, isolate dal centro della città, perché erano pericolosi, erano gente da tenere d’occhio. Isolate e lontane, fuori dalla città.
È stato molto bello l’incontro con Lucia Benvenuto, mi ha dato molto materiale, mi ha fatto vedere le medaglie, mi ha parlato di suo papà. Di come suo papà fosse anche amico di Bruno Marton. Eccolo qui Bruno Marton che consegna una medaglia all’ex consigliere comunale comunista Guido Benvenuto. Da ricordare che Bruno Marton fu l’elemento di spicco della resistenza cattolica, della Democrazia Cristiana. Se Piero Dal Pozzo era l’elemento di punta del PCI, Bruno Marton lo era per la Democrazia Cristiana.
Così ho ricostruito una biografia di cui sono abbastanza contento. Eccolo qui il villaggio di cui parlavo prima. Come si vede anche attualmente, in queste casette popolari, “case minime “ le chiamavano a suo tempo, in cui il partito fascista cercava di mandare fuori dalle scatole gli elementi che più disturbavano e da cui provennero poi, non a caso, antifascisti e partigiani a volontà.
11:11 Purtroppo, come dicevo, le testimonianze sono poche e bisogna ricorrere per forza di cose agli archivi. Uno degli archivi che mi dispiace di non poter frequentare è il RICOMPART, presso l’archivio centrale dello stato; [un fondo che conserva il materiale] dell’Ufficio Riconoscimento Qualifiche e Ricompense ai partigiani, perché contiene le schede con le quali ogni singolo partigiano partecipante alla lotta di liberazione chiedeva il riconoscimento della sua qualifica di partigiano, partigiano o patriota, schede che contengono tutta una serie di notizie di ordine militare, familiare, chi erano i genitori, etc., nonché le azioni principali che ha fatto durante la guerra di liberazione che sarebbe importantissimo avere … La lascio a qualche ricercatore futuro, questa ricerca, se per caso vuol farla.
Poi ci sono le parrocchie. Diciamo che entrare negli archivi parrocchiali, per vedere quando sono stati seppelliti, se ci sono delle note particolari, è molto, molto difficile. Ne sa qualcosa Sandro Scaboro, che è anche un socio dell’Istresco, di quanta fatica abbiamo fatto a farci aprire l’archivio parrocchiale di Sambughè, quando ho fatto il libro su Maleviste, due tre anni fa. Volevo vedere il parroco cosa aveva scritto. I parroci sono pochi, come tutti sappiamo. O si trova il volontario laico che aiuta, con buona volontà … a volte si trova. A San Giuseppe, per esempio, c’è Mario Benetton che mi ha aiutato moltissimo per due partigiani. Fra l’altro a San Giuseppe ho trovato anche Giancarlo Zuliani che mi ha aiutato, sempre per conoscere un po’ la situazione.
Queste cose sono molto importanti ma non sempre si trovano. O meglio si trovano solo nei paesi, o almeno in quello che resta dei paesi perché adesso sono quartieri della città. Ma in città, nel centro cittadino, chi li conosce più, questi partigiani?
Sempre a proposito delle parrocchie è stato molto utile questo libro “Cronistorie di Guerra [Le relazioni dei parroci della diocesi di Treviso (1939-1945)]”, edito dall’Istresco insieme con l’editrice San Liberale, cioè con la curia vescovile, curato da Erika Lorenzon che mi ha anche concesso di estrarre dei brani senza star lì a trascriverli. E questo è un libro che è stato molto, molto importante. È una fortuna averlo; mi è stato molto utile nella ricostruzione della’attività di tanti partigiani o di come si erano svolti i fatti in determinate circostanze.
Con questo mi fermo, perché ci sarebbero tante altre cose da dire, ma viene una cosa lunga e poi non sono tanto abituato a parlare.
Quello che mi auguro è che questo lavoro non vada disperso … perché Google [proprietario della piattaforma Blogger sulla quale sono postati i miei blog] da un momento all’altro può dire “Caro Pavan il tuo blog non mi procura visite … quante sono? Sono cinquemila visite in quattro anni… cosa ce ne facciamo noi di cinquemila visite? Noi abbiamo bisogno di movimento...”. E te lo cancella, e chi si è visto si è visto. Questo sarebbe grave, perché ci ho lavorato quattro anni».
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